Leda Guerra è nata nel 1946 a Padova dove vive e lavora.
Diplomata Maestro d'Arte all'Istituto Pietro Selvatico di Padova; ha frequentato l'Accademia di Belle Arti di Venezia.
Si è dedicata per molti anni all'insegnamento ed ha lavorato nei settori della grafica pubblicitaria e del design. Da tempo fa ricerca in campo pittorico.Dal 1991 inizia la sperimentazione di nuove tecniche esecutive, di carattere plastico. Partecipa a numerose Mostre.
L'ARTISTA LEDA GUERRA
PRESENTA LA SUA ARTE:
"Testa di Venere"

"Testa di Davide" 1994
- Telo teso misto lino, ferro - cm125x125

L'idea della citazione di opere "classiche" si è andata sviluppando durante una ricerca sulla struttura grafica delle mie immagini (che inizialmente pensavo astratte). Questo pretesto formale ha determinato un nuovo obiettivo, quello cioè di far ritornare a "vivere" nella materia originale quelle vesti che si concretizzavano nei ritmi lineari delle pieghe.
Altrettanto stimolante è stato il procedere scegliendo i tessuti per le loro diverse caratteristiche, quali la trama, la leggerezza o la pesantezza, l'opacità o la lucentezza, la rigidezza o morbidezza, il loro aspetto grezzo o raffinato, per sottolineare ed esaltare di volta in volta una composizione statica e solenne, un movimento sinuoso, melodico e sensuale, oppure dinamico, incalzante o drammatico. Il processo costruttivo è elaborato. L'interpretazione dei segni da realizzare con pieghe porta a distorcere i rapporti tra volume e superficie, di pieno e vuoto, che costituiscono il consueto bassorilievo, e quindi il risultato, che dipende dal controllo di questi equilibri, è volutamente ambiguo nella percezione, che a volte scivola in un'atmosfera astratta.
L'artista Leda Guerra
"Centurione"

Nel caso dei tulle trasparenti, invece, la piega diventa un segno grafico preciso che definisce chiaramente le figure. Il gioco diventa quello dell' "evocazione": la scelta di un'immagine emblematica da smaterializzare e rendere evanescente come in un ricordo o un sogno. Le pieghe sono cucite a macchina con una tecnica sartoriale lunga e complicata, che garantisce la durata della 'confezione', della quale conserva alcuni aspetti domestici: si trasporta in valigia, si lava in lavatrice. Le strutture portanti, che nella maggior parte dei casi fungono da cornici, servono anche ad isolare e 'strappare questi pezzi di immagine' dal passato e porli in un contesto più attuale e minimalista: i materiali grezzi come il ferro arrugginito, reti metalliche, profilati industriali, riportano volutamente ad una atmosfera simile a quella di un cantiere archeologico, o meglio di restauro, dove il magico fascino della 'riscoperta' è anche sottolineato dal forte contrasto tra la delicatezza e la preziosità dell'opera con la grossolanità del ponteggio sporco, ma che tutto sommato la protegge e servirà a farla rivivere.
L'artista Leda Guerra
SPIEGAZIONE ARTISTICA-STORICA DI ALCUNE OPERE DI
LEDA GUERRA
CATALOGATE NELL'ARCHIVIO MONOGRAFICO
A CURA DI ELISABETTA GESMUNDO
"Kore"

opera catalogata numero 5
"Nike fantasma"

opera catalogata numero 3
"Si conferma l'accento al femminile nei bassorilievi lindi e vaporosi delle figure di "Nike", la vittoria alata, "Kore" e "Cariatidi", stupendi simboli delle regalità della primavera e della saggezza reggenti la vita, che echeggiano la potenza virginea della donna nella fierezza. Le Cariatidi (donne della Caria) erano sculture che sostenevano gli architravi dell'Eretteo sull'Acropoli di Atene, a ricordo delle donne danzanti devote alla dea Artemide, portanti sul capo ceste di fiori e frutti, memoria inesauribile di creatività della natura. La loro nobiltà ed eleganza ci offre ancor più oggi un commovuente monito per portare con signorile impegno la vocazione al sostegno, alla collaborazione, alla complicità nei progetti con forza
e bellezza."
Elisabetta Gesmundo
La sua arte particolare legata a tradizioni figurative di grande suggestione realistica le permette di svolgere un'efficace elaborazione-concentrazione sia nell'ambito di un gusto estetico sia in un ambito poetico mentale che sviluppa nell'osservatore una forte analisi suggestiva di grande profondità.
Hanno scritto dell'artista Leda Guerra:
Giulio Bresciani Alvarez - Iles Braghetto - Carlo Fumian - Elisabetta Gesmundo - Sandra Marconato - Gianfraco Martinoni - Renzo Saviolo - Giorgio Segato - Angela Ruta Serafini - Margherita Tirelli.
PRESENTAZIONE ALL'ARTISTA
LEDA GUERRA
A CURA DELL'ARCHIVIO MONOGRAFICO DELL'ARTE ITALIANA DI MILANO
"Leda Guerra utilizza il tessuto come una metafora per compiere un viaggio affascinante indietro nel tempo, per riscoprire la bellezza dell’arte classica. L’autrice, poeticamente legata al vero, si concede divagazioni fantastiche elaborate con un senso di libertà che caratterizzano la bellezza naturale e lo splendore di un tessuto. Con armonia, con le sue mani esperte e con manodopera attenta e precisa Leda Guerra trasforma fili di fibre in pensieri veritieri rivisitati con profonda concentrazione e astrazione.
La sua formazione poliedrica le consente di realizzare opere in perfetta autonomia e in grande equilibrio con le più attuali correnti artistiche. Il suo è un lavoro che richiede una continua ricerca per ottenere sempre il massimo del risultato."
Archivio Monografico dell'Arte Italiana - Dicembre 2008
L'artista Leda Guerra alla realizzazione dell'opera
"Omaggio a Michelangelo"

1994 - Telo sospeso tulle - cm 250x500
“Il suo lavoro ha il fascino di una riscoperta e di una restituzione poetica, apparentemente solo nostalgica, ma, a ben vedere, anche ricca di una tensione concettuale che abilita il suo lavoro e, ancor più, i lunghi e complessi procedimenti operativi, a un’esplorazione di spazi e ritmi mentali, come possibilità del rinnovarsi in proiezione futura di forme e misure armoniose con radici fonde nella memoria, nell’esperienza visiva.”
Prof. Giorgio Segato
"Testa di Venere"

"... Leda Guerra, artista che traduce le forme marmoree in visionarie trasparenze di tessuti, quali a trasformare in fragili fantasmi gli eterni protagonisti della mitologia classica"
Margherita Tirelli
- Direttore del Museo Archeologico Nazionale di Altino
- Altino (VE) 2008
"Giuditta"

" ... Di anima parlano, dense o eteree, le figure di Leda Guerra uscite dal canto greco per incantare ancora, vitalizzano veli e fili intrecciati, sbucano dal fondo per venirci incontro, catturano l'occhio portandolo tra pieghe e sinuosi fianchi proprio lì dove qualche segreto originario si nasconde e si disperde.
... Lasciandoci catturare dai bassorilievi di Leda Guerra, il potenziale immaginativo aumenta e il piacere di scoprire che l'eco dei miti è in un eterno presente, rende ragione all'arte come respiro dell'umanità."
Elisabetta Gesmundo
“... Questi veli che conservano nelle loro ombre l'impressione dei segni della forma perduta, e se ne riappropriano come funebri "veroniche" dell'età che chiede: "uno stampo in gesso, non certo l'alabastro"; ci riaffermano, con la loro carica di dolente positività, la necessità etica della bellezza, la sua incoercibile verità. E' commovente che ciò avvenga con gli strumenti familiari e casalinghi dell'ago e del filo, praticati da mani pazienti e gentili; quasi che i mezzi della femminilità sappiano cavarsela nelle angustie più che le usurate virtù guerriere dei linguaggi canonici. Una sarta, oggi, può essere miglior ierofante di un pittore.”
Renzo Saviolo
"Peplo di Cariatide"

1991- Telo teso Lino - cm 202x66
Le opere di Leda sono irritanti (chi ha detto che la bellezza è consolatoria? E' irritante, e benevola). Trasudano pazienza, quiete, e vita. Citano, ma non dimenticano di ricordare quanti secoli passano tra i pepli e le pieghe. In effetti, ne sono passati parecchi. Eppure, diffidate di Penelope mite e quieta, vi racconta cose terribili in un guizzo di cuciture domestiche. La bellezza: rifugio e scudo, ma anche arma. Sono belle, troppo belle queste stoffe vuote, che nel soffio di una notte di lavoro solitario svuotano i profili, le pieghe, le memorie. Questa è invenzione, e tanto lavoro. Nel lavoro l'invenzione: un piacere assorto; Leda Guerra ci illude. I suoi bassorilievi sono storia e speranza. Vulcano si è stufato di menar fendenti e forgiare lance e ferri. Sdraiato, indulge per ore a ricamare il fuoco, colarlo in bave sottili, vuote, piene di gioia. Vulcano è blasfemo, se Giove sapesse. Leda è blasfema, e tessi, e cuci, e taglia. Lavora di niente, sul niente, fodere e tulle, ferro e veli da sposa. Felix guarda, noi guardiamo, ma quanta ironia, quanto gusto. La signora ha tatto. E noi? Il senso che tutto ricomincia. Grazie Leda.
Carlo Fumian
"Auriga" - 1994

Telo sospeso tulle, ferro - cm 180x55
“La voce della bellezza parla sommessamente nelle creazioni di Leda Guerra, sia che usi materiali ruvidi o leggeri, sia trasparenti come nelle ultime opere.
Il suo incedere operativo sembra insinuarsi dolcemente tra le pieghe dei drappeggi con un ritmo, un passo che definirei antichi, dilatati nel tempo, lunghissimi. Il suo segno è però ben determinato a sottolineare un solco, un percorso all'interno di sé, per ricreare quei valori che pare non siano disgiunti da quelli dell'essere. Il cammino dell'artista, si sa, è disseminato di slanci e di cadute ma, come dice Nietzsche: "creare - questa è la grande redenzione dalla sofferenza, e il divenire lieve della vita".”
Sandra Marconato
“Le opere di Leda Guerra attingono al passato come motivo ispiratore. I suoi materiali privilegiati sono il tulle, le garze, i tessuti di cotone, con cui l’artista intreccia intimi colloqui. Una statua classico o ellenistica, il volto di una delle tre Grazie o della Venere del Botticelli, un’opera pittorica o scultorea del Rinascimento, si trasformano in una citazione reinterpretata con raffinata sensibilità. Le sue opere, realizzate attraverso un lavoro di paziente rielaborazione dell’immagine, sono capolavori di trasparenza. La luce modella i bassorilievi di tessuto di Leda Guerra, riflette le loro ombre più o meno intense, scava tra le pieghe, sottolinea le cornici entro cui sono racchiusi, senza però nulla togliere allo spirito di libertà di cui sono impregnati. E’ come se, annullata la forza della forma, fosse rimasto solo lo spirito dell’immagine e, placati i sentimenti più forti, i personaggi che hanno attraversato la soglia della cultura classica si fossero trasformati in rassicuranti archetipi del pensiero. Al rumore dello scalpello è stato sostituito l’ago e il filo, in un lavoro simbolicamente femmineo che Leda Guerra ha trasformato in un’arte che sa andare al di là del tempo.”
Maria Beatrice Autizi
“Tra le pieghe dei classici con pennellate di stoffa”
(da Il Mattino di Padova, 6.5.1994)
“Porta un nome mitologico che allude a una “contaminazione” inquietante, l’artista padovana Leda Guerra. ... Figure notissime e immediatamente riconoscibili, che vanno da quelle dei fregi del Partenone alla Nike di Samotracia e all’Auriga di Delfi, dalla Primavera e dalla Venere del Botticelli al David e alla Creazione di Michelangelo. Riproduzioni? Omaggi? Citazioni? Interpretazioni?
A sgombrare il campo dal sospetto che si tratti di semplice riproduzione, sia pure di alto livello, sta l’originalità e l’efficacia dell’uso dei materiali scelti di volta in volta con amorosa selezione: ora candido lino, ora tulle e velo dai tenui colori, ora nylon, organza, ciniglia, juta. Tessuti fra cui l’autrice si muove come un pittore fra l’olio, la tempera l’acquerello: servendosi di stoffe rigide per le immagini più solenni, morbide per quelle sensuali, vaporose e diafane per quelle più aeree e melodiche. Ricreando con aghi e spilli le impunture, le cuciture e le increspature su cui la luce scivola o si posa. E penetrando allusivamente “tra le pieghe” cariche di storia in una onirica cavalcata che attraversa il passato e getta un ponte fra l’ieri, l’oggi e forse il domani.
... Leda Guerra parla volentieri della tecnica con cui ha realizzato il suo progetto, ... ciò che più interessa – almeno a me – è l’operazione di trasferimento, o traduzione, da una “lingua” ad un’altra. Un’operazione che esige sempre grande sensibilità, sia che si tratti di traduzione letteraria tout-court (che richiede una fedeltà flessibile) sia di trasposizione, per esempio dal linguaggio letterario a quello teatrale o filmico. O dal rilievo in marmo a quello su stoffa. Questa trasposizione può, e forse deve, produrre un’alterità; la quale nasce da un’emozione e se riuscita, come in questo caso, genera una differente emozione.”
Gabriella Imperatori
"... Lo svilupparsi continuo degli intrecci crea figure w movimenti che, .. esaltano "valori tattili" di inusitate valenze spaziali. ... Zone distese o incavate si animano alla luce che scorre o ristagna, vibrante o fermentante, mentre la rappresentazione svolta sul tessuto rimane miracolosamente integra quando potrebbe scomparire in un attimo come la schiuma sulla battigia, come un passo di danza, come il trascorrere rapido di uno sguardo."
Giulio Bresciani Alvarez
"La Calunnia"

1994 - Telo sospeso tulle, ferro - cm 95x90
Venere "Restauro"

1993 - Telo sospeso ciniglia, juta - cm 100x130
"Testa"

1993 - Telo sospeso velo di nylon, ferro - cm 60x60
PRESENTAZIONE CRITICA ALL'ARTISTA
LEDA GUERRA
PER LE OPERE ESPOSTE AL MUSEO NAZIONALE ATESTINO
"Davide" - 1994
Telo sospeso tulle, rete metallica - cm 285x80
“Quando, qualche tempo fa, mi sono imbattuta nelle pitture-sculture di Leda Guerra, ho pensato subito che sarebbero state a loro agio in un museo archeologico come questo, valorizzandone le opere conservate e viceversa, in un'atmosfera di piena sintonia. Anzitutto, grazie al legame ideale tra i soggetti preferiti dall'artista, attinti dai capolavori della scultura classica e i temi del museo, in particolare quelli che si svolgono nelle sale romane; aldilà di un divario cronologico di qualche secolo, è il respiro classico ad accomunare le une alle altre avvolgendole di suggestione reciproca che comunica nuove emozioni al visitatore. Ma non solo: la leggerezza pensosa, espressa dalle opere di Leda, le loro trasparenze, nulla tolgono alla godibilità dei reperti archeologici, velandone appena alcune severità. ...”
Angela Ruta Serafini
- Direttore del Museo Nazionale Atestino - Este (PD) 2005
L'artista Leda Guerra partecipa attivamente alla vita artistica esponendo le sue opere-sculture in mostre personali, collettive ottenendo numerosi riconoscimenti, lusinghieri giudizi dal pubblico, dalla critica qualificata e dalla stampa.
Si segnalano le mostre più importanti dell’artista Leda Guerra:
COLLETTIVE:
- 1992 Padova, IV Rassegna d'Arte Contemporanea "Artisti Padovani".
- 1993 Padova, V Rassegna d'Arte Contemporanea "Artisti Padovani" a tema sacro
- 1993 Padova, Rassegna dell'APAV, Cattedrale dell'ex Macello
-1993 Piazzola sul Brenta (PD), 1° Premio al Concorso "Artigianato in cornice"
- 1994 Suzzara (MN), “XXXIV Premio Suzzara”
- 1995 Vicenza, Galleria Cheiros
- 1996 Trevi (PG), “2° Premio Trevi Flash Art Museum”
- 2004 Padova, Padua Art Gallery - “Evidenza e apparenza”
- 2005 Montegrotto (PD), Palazzo del Turismo: “Passeggiata effimera”
- 2006 Padova, Sala della Gran Guardia: “Stabile-instabile – artiste d’oggi”
- 2007 Sulmona (AQ), 3° Premio al “XXXIV Premio Sulmona”
- 2007 Friburgo, “Orizzonti d’arte”.
PERSONALI:
- 1993 Vicenza, Mostra Personale Galleria Libreria "Due Ruote"
- 1994 Padova, Museo Civico al Santo “Tra le pieghe”
- 1994 Lendinara (RO) Palazzo Boldrin “Leda Guerra – Tra pieghe e classiche trasparenze”
- 1995 Milano, Nimius Museum Shop
- 2005 Este (PD) Museo Archeologico Nazionale Atestino “Attraverso”
- 2006 Padova – XVII Arte Padova – Artista invitato - “Omaggio a Leda Guerra: Mantegna rivisitato”
- 2008 Altino (VE), Museo Archeologico Nazionale – “Miti”
- 18 aprile-28 settembre 2008,
Museo Archeologico Nazionale di Altino, mostra di Leda Guerra "Miti"
Il Museo Archeologico Nazionale di Altino (via S. Eliodoro 37, 30020 Altino (VE) - Segreteria Museo 0422 829008, altino.archeopd@arti.beniculturali.it) dopo il successo della mostra Mosaici contemporanei nei luoghi del mosaico antico presentata nel 2007, apre nuovamente i suoi spazi all’esposizione di opere d’arte contemporanea, ospitando quest’anno i “bassorilievi” di Leda Guerra, artista padovana non nuova ad esperienze espositive ambientate in aree museali.
Il lavoro di Leda Guerra, che utilizza diversi tipi di tessuti elaborando originali soluzioni esecutive di carattere plastico, si basa sulla citazioni di opere classiche: le sue visionarie trasparenze, echi di figure mitologiche, trovano così un’ambientazione ideale tra le sculture, profondamente legate alla cultura greca, del Museo di Altino.
Alcune delle opere esposte sono state ispirate all’artista direttamente da sculture altinati presenti in museo: così i due “bassorilievi” che riproducono l’immagine del noto Gigante anguipede, direttamente derivato da prototipi pergameni di età ellenistica. L’esemplare di maggiori dimensioni, attualmente esposto nel giardino del museo, è stato realizzato con un tessuto di tipo industriale da agricoltura e montato su di una struttura che volutamente ricorda quelle utilizzate in un cantiere archeologico.
L’evento è promosso congiuntamente dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici del Veneto e dall’Amministrazione Comunale di Quarto d’Altino, ed è sostenuto dalla Banca Credito Cooperativo di Marcon-Venezia.