Benatti Bruno opera in Emilia-Romagna nella specifica di Corrente figurativa .
Bruno Benatti nasce a Guastalla (RE), vive ed opera a San Benedetto del Tronto (AP). La sua formazione artistica inizia a Modena, Bologna e Firenze, città nelle quali si dedica alla ricerca grafico-pubblicitaria e al manifesto informativo-culturale.
Inizialmente l'artista dipinge manifesti e bozzetti propagandistici, successivamente inizia a dipingere il porto, i marinai, il mare. L'artista lavora su svariati supporti come la tela, le tavole di legno marino, il vetro e qualsiasi materiale che gli permette di utilizzare i colori con le dita.
La sua produzione artistica non si ferma alla semplice opera d'arte, ad oggi l'artista realizza video artistici, installazioni e proiezioni di opere d'arte.
Sue opere sono esposte in mostre in Italia e all'estero, Germania, Svizzera, Francia.
Lavora a diversi progetti con artisti locali realizzando i murales del cimitero di San Benedetto del Tronto (AP).
Un momento importante per la vita artistica di Benatti è la mostra personale organizzata presso l’Istituto Italiano di Cultura di Monaco di Baviera.
INTRODUZIONE ALL’ARTE DI BRUNO BENATTI
Partendo dal Rinascimento l’artista Bruno Benatti ripercorre momenti caratteristici dell’arte passando attraverso la corrente del Barocco seicentesco, del simbolismo, dell’Art Nouveau, il Trompe l’Oeil, l’iperrealismo.
Bruno Benatti artista di talento e di grande fascino, la sua vocazione realista di impegno ambientale e sociale ci racconta il mondo dell’uomo attraverso i diversificati momenti della vita. Pennellate nervose ma ricche della sua romantica vena malinconia per un mondo semplice ed incontaminato. Gli impasti di colori evidenziano sfumature e luci interessanti che azzardano il ricordo di maestri del passato, i volti segnati ed intorpiditi da esistenziali inquietudini echeggiano sulla superficie pittorica, mentre la visione paesaggistica risulta solitaria, proporzionata nell’inquadratura e ricca di un’atmosfera nostalgica che si arricchisce di luce, mediante gli effetti cromatici. Le opere dell'artista Benatti sono legate al mare e alla pesca ed evidenziano la sua capacità di osservare e la sua memoria, infatti le sue tele colgono l’attimo fuggevole di un elemento mutevole che non è solo il mare ma tutto ciò che lo circonda, così come i pescatori che si trovano a vivere innumerevoli esperienze. Le figure, così come le nature morte, spesso sono accartocciate dall’immagine del giornale, elemento simbolo fondamentale nella sua arte che gli permette di fissare, di immortale, un determinato ricordo, un avvenimento.
La pitto-scultura di Benatti, che intraprende dall’anno 2015, è forma provocatoria della realtà, le sue opere sono ironiche e rappresentano il sistema capitalistico e la rottura sociale.
Guarda il video delle opere di Bruno Benatti pubblicato su youtube.
Numerose sono le fasi artistiche che l’artista Benatti intraprende:
Anni ‘70 - Bruno Benatti intraprende il tema sulle lotte operaie. Questo periodo, così come negli anni successivi, l’artista elabora opere come i murales, la “Libreria di Sassuolo”, i quadri sulle tematiche sociali, le nature morte spesso avvolte dal giornale, elemento descrittivo e concettuale, che permette all’artista Benatti di esprimere il suo impegno verso i problemi della società in una forma nuova e non convenzionale.
Anni ’90 - La figura della donna, rappresentata in modo “ironico” come Maternità e come Madonna.
Anni '90 - Movimento artistico Liberty. Le opere di questo periodo sono spesso ispirate dal movimento artistico Liberty.
2000 - La ricerca estetico-concettuale prosegue con i murales di 1.500 metri quadri del cimitero di San Benedetto del Tronto (AP), realizzato attraverso le tecniche della sculto-pittura e del trompe-l'oeil.
2015 - Negli ultimi anni Bruno Benatti sviluppa un nuovo interesse che prende ispirazione dalla Body Art. Realizza una serie di opere partendo da un manichino che è poi stato modificato per favorire le sue esigenze artistiche. La scelta del Manichino non è casuale infatti il maestro Benatti lo sceglie in quanto esso rappresenta per eccellenza il simbolo del capitalismo e del consumismo.
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