Bet Paola Pittrice

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Paola Bet vive ed opera a Cordenons (PN), ha raggiunto una maturazione artistica ed un linguaggio espressivo caratteristico anche grazie ai numerosi corsi propedeutici che ha seguito, ha sperimentato l’uso delle matite, dei pennelli e delle spatole dimostrando una notevole capacità tecnica, l'artista dipinge anche utilizzando le dita. Una pittura solare, raffinata, elegante ed in continua evoluzione, un'arte pittorica che propone la bellezza di un mondo naturale ed affascina il mondo dell'arte contemporanea.

Paola Bet - https://www.instagram.com/bet_paola/

INTRODUZIONE ALL'ARTE DI PAOLA BET
Paola Bet riversa sulla tela i boschi, le campagne, i casolari, i paesaggi che vede, la natura è per l’artista il mezzo con cui riconnettersi con il cosmo, luci e colori donano valore al silenzio, ogni luogo descritto minuziosamente attraverso il colore diventa spazio d’accoglienza e di individualità. L’artista elabora una pittura figurativa di grande precisione, sulla tela compare un equilibrio tra dettaglio grafico e colore, magistralmente riesce ad incorporare sulla superficie pittorica il respiro dell’universo.
L’estensione paesaggistica metaforicamente si presta ad esprimere la prospettiva di un potenziale espressivo che l’artista custodisce nella sua vena creativa.

INTERVISTA ALL'ARTISTA PAOLA BET A CURA DI GIOVANNA BUCELLA
Tre aggettivi per descriverti.
Romantica, altruista, semplice.
Quale di questi aggettivi prevale nei tuoi dipinti e quale colore gli attribuisci?Nei dipinti prevale l’altruista, per la sensibilità. Attribuisco alla sensibilità il verde, il verde degli alberi.
Concordi l’affermazione “Lo scopo di un’opera d’arte non è farci emozionare, ma quello di farci ragionare. L’emozione è solo una conseguenza.”? A mio parere l’opera deve sempre dare un’emozione. Prima il sentimento, poi il ragionamento. Il ragionamento si può fare sui quadri astratti, ma alla fine di una spiegazione razionale da parte dell’autore.
Quando hai iniziato a dipingere? Ero bambina, si può dire che sono nata con la matita in mano. Disegnavo ritratti,
Durante la tua carriera artistica, hai seguito dei corsi di pittura? Sì, per migliorarmi e prendere confidenza con altre tecniche. Ad esempio, dall’utilizzo iniziale dell’olio, ho imparato poi a lavorare con l’acrilico. È stata un’impresa dura in quanto l’acrilico asciuga subito e non può essere tirato. L’acrilico offre il vantaggio di modificare ma allo stesso tempo i colori non sono molto brillanti, perciò mi capita a volte di rifinire con l’olio.
Da quali artisti hai tratto insegnamento o ispirazione? Sicuramente i miei maestri ispiratori sono stati gli impressionisti.
Qual è la tua identità pittorica? Ho iniziato con una pittura molto precisa, avevo un’estrema cura dei dettagli. Poi, durante un corso con il maestro Pauletto, lui stesso mi ha consigliato di buttare via il pennello piccolo e provare a usare quello grande che dà forme diverse. Questo cambiamento mi ha permesso di diventare più espressionista.
Ti trovi davanti alla tela, sola nel tuo studio. Sai già cosa dipingere oppure stai attendendo l’ispirazione? Non decido la forma espressiva prima di posizionarmi davanti alla tela, ma faccio quello che mi va di fare in quel preciso momento. È la mano che mi guida, e non so se l’ispirazione arriva dal cuore o dalla mente.
In quale momento della giornata preferisci dipingere? La sera, il momento in cui mi rilasso.
La tua pittura è cambiata nel corso del tempo? Se sì, cosa o chi ha influenzato il cambiamento? Sì, è cambiata. All’inizio i miei dipinti denotavano tristezza, tanto che, durante un corso di pittura, mi fu suggerito di accendere i colori. Quando sono diventata nonna ho messo in pratica quel consiglio, è stato il momento in cui ho davvero avuto un’esplosione di colori e di fantasia. Devo dire che i miei nipoti mi hanno permesso di rinascere anche nella pittura.
Il soggetto che preferisci dipingere? Alberi. L’albero mi dà il senso della vita, come anche i fiori. La natura mi è sempre piaciuta ed è sempre stata una fonte d’ispirazione.
Il quadro preferito da te dipinto? Uno dei primi, rappresenta un sentiero nel mezzo della campagna. Mentre dipingevo, in quel sentiero mi ci perdevo. In tanti quadri rappresento sentieri, non si sa mai dove portano, ma io amo pensare che conducano in un bel luogo dove si sta bene e si può sognare.
…
Ti piace la musica. Mi hai raccontato che mentre dipingi spesso ascolti melodie degli anni ’50 e ’60 di cui tuo marito è appassionato, mentre a te, invece, piacerebbe sperimentare nuovi generi. A quale strumento musicale la tua anima potrebbe somigliare? Il violino, per il suono melodioso e soave.
Dipingi anche volti sacri, sei credente? Sì, lo sono sempre stata, però queste rappresentazioni sono arrivate dopo un incontro importante che ha rafforzato la mia fede.
Ho notato che raffiguri la Madonna attribuendole diverse sembianze. Mi sono ispirata alle diverse testimonianze delle persone che l’hanno incontrata. Ognuna di queste ha descritto un’immagine diversa dalle altre. Personalmente, credo che la Madonna manifesti le sue sembianze in base alla persona con cui interagisce.
Hai recentemente avuto un problema alla mano destra che non ti ha fermata, anzi, ti ha permesso di sperimentare la mano sinistra. Ti è piaciuto il risultato? Sì. È una pittura diversa, più libera, meno precisa e ricca di colore.
É nato un nuovo stile? Sicuramente continuerò a usare entrambe le mani. La prossima sperimentazione sarà dipingere lo stesso quadro con entrambe le mani.
Giovanna Buccella, 18 agosto 2021

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