Le opere di Antonio Colmari sono recensite dalla stampa e da critici d'arte, citiamo: Frera Agostinis - Romano Schnabl - Vito Sutto.
Il poeta Francesco Tomada ha dedicato degli inserti poetici alle sue opere.
PRESENTAZIONE CRITICA ALL’ARTISTA ANTONIO COLMARI A CURA DELL’ARCHIVIO MONOGRAFICO DELL’ARTE ITALIANA
Le composizioni dell’artista Antonio Colmari sono una proiezione dell’idea del mondo odierno, le geometrie costruiscono un’ambientazione perfetta dove si privilegiano proporzioni compositive e dove subentrano accessori di diverso tipo che diventano i protagonisti per leggere la tematica scelta dall’artista. Oggetti ed individui, principalmente femminili, operano tutti insieme e ne costruiscono un racconto. Queste sono le opere di Antonio Colmari che racconta storie sorprendenti e uniche utilizzando immagini semplici che si muovono in situazioni insolite. La straordinarietà dell’artista sta nel raccontare e rendere esclusive queste storie, dove coesistono infinite esperienze che spalancano le porte sul mondo. La staticità, se pur è impressionante e voluta, permette alla composizione di animarsi in uno spazio vivo dove si intrecciano storie del passato, del presente e del futuro.
Gli oggetti, le forme geometriche e le figure sono definiti da linee di contorno chiare, scure e nette, il colore è utilizzato in maniera psicologica, contiene una descrizione sulle armonie cromatiche che creano una consonanza di evidente contrasto. Armonie espressive, bilanciate e sbilanciate definiscono una condizione di equilibrio cromatico e luminoso che risulta inevitabilmente proporzionato. Il colore piatto circoscrive le forme, è comunque visibile la pennellata, meditata, decisa ed omogenea dell'artista.
Prospettive centrali, dall’alto, oblique, inclinate o accidentali creano una proiezione dello spettatore verso il centro dell’opera, lo spazio è rappresentato in maniera geometrica ed uniforme e crea una convivenza emotiva con l’osservatore. L’opera dell’artista Antonio Colmari è uno spazio personale se pur riproduce la vita quotidiana, una pittura che è comunque simbolica in quanto ogni elemento rappresentato diventa metafora di una descrizione più profonda, l’opera vive in un’atmosfera sospesa dove non si avvertono disturbi e rumori, tutto vive in maniera silenziosa ed armoniosa seguendo il corso della vita. Affiorano fantasie nelle sue composizioni, l’osservatore automaticamente immagina la storia che prende vita nell’opera rappresentata. Una storia che nasce dall’arredamento scelto, dagli oggetti semplici di uso quotidiano, le stanze sembrano comunicanti e interloquiscono tra loro come se fossero loro stesse le presenze vitali del mondo.
Vi sono pochi elementi naturali, la rappresentazione di ramoscelli, di fiori sembrano indicare il ricordo del profumo di una meravigliosa e magica natura. Come espressione naturale è solo l’albero l’elemento interessante per l’artista, sulla superficie pittorica è descritta la sua magnificenza in luoghi urbani e cittadini, l'albero diventa elemento significante e d'unione tra cielo e terra, simbolo della vita e della libertà.
La pittura di Colmari trova il centro della sua singolarità nel valore che si attribuisce al concetto di una profonda conoscenza dell’ambiente e dell’essere umano.
Archivio Monografico dell’Arte Italiana – ottobre 2023
ANTOLOGIA CRITICA
“Antonio Colmari. Un punto di arrivo molto personale, finalmente separato dalla necessaria e inevitabile socialità di ogni altro impegno. Uno spazio di meditazione e di espressione in cui osservare e commentare con un linguaggio visivo l'esperienza della realtà. Impegnato da diversi anni nella disciplina pittorica, ha esplorato e rappresentato frequentemente l'universo femminile, la casa e gli oggetti della vita quotidiana.
Nel ciclo pittorico che si presenta in questa esposizione, l'attenzione viene rivolta a frammenti del paesaggio urbano: strade, alberi, facciate di edifici. Griglie spaziali statiche e rassicuranti definite da pieni e vuoti. Contesti urbani come scene di vite assenti citate per il tramite familiare di elementi riconoscibili. Luoghi visitati di cui persiste un ricordo e sui quali si elabora una interpretazione, una visione. Punti di vista errabondi: dall'alto, dal basso, di scorcio, talvolta frontali, liberi di esplorare e di catturare l'attimo. Punti di vista che la pittura coglie sempre nella parzialità dell'inquadratura: frammento sottratto alla percezione dinamica e pervasiva dell'ambiente circostante. Visioni sequenziali, poste in apparente e netto contrasto con la staticità delle immagini pittoriche che scandiscono la presenza del tempo e del movimento che si fissa nell'inquadratura. Questi e non solo gli elementi di un microcosmo dove la tecnica pittorica risulta essenziale: pigmenti acrilici nei dipinti, pastelli colorati nei disegni. Il segno pittorico si attiene costantemente al controllo geometrico e grafico della rappresentazione. Stesure piane a campitura, segni nitidi composti secondo logica costruttiva sono osservati di scorcio da punti di vista realistici, fotografici. La persistente ortogonalità dell'ambiente scenografico appare del tutto astratta e teorica in netta divaricazione con la percezione visiva naturale. In tutti i dipinti del ciclo sono presenti e dialoganti due temi: il primo riguarda l'ambiente costruito, fatto di strade, di campi coltivati e di case e il secondo, sempre presente, quello degli alberi. Unico soggetto naturalistico, l'albero viene trattato come segno gestuale, un ghirigoro liberato dal rigore geometrico. Segno e simbolo, formalmente organico, l'albero viene descritto con la maggiore ricchezza cromatica, mutevole e vitale nello sfondo ordinato dei paesaggi. …”
Romano Schnabl
articolo pubblicato sul Messaggero veneto, 30 marzo 2023
“Un’area culturale molto ampia lega la riscoperta e la connessione di momenti altissimi della storia europea: la” finis Austriae” nell’esaltazione vitalistica del movimento della linea e dell’esplosione del colore. I rimandi sono molteplici sia artistici che letterari ma ciò che colpisce in questa scelta è la sincerità dell’artista nello scavo personale della rielaborazione dell’archetipo femminino.
Le espressioni di queste donne sono ora esagerate, altre volte languidamente disponibili a mostrarsi, altre ancora spigolosamente aggressive come delle post moderne Salomè o donne vampiro. Spudoratamente si mostrano a chi guarda nell’esibizione di improbabili decolté, nel gioco del doppio: la dama, la cameriera come sul palcoscenico di un cabaret.
La sensualità, anzi l’erotismo spinto delle composizioni sia che si rifacciano a esempi del passato, primi fra tutti Matisse soprattutto nell’esposizione dei corpi delle grandi bagnanti, sia che nascano da suggestioni metropolitane (Basquiat), propongono una trama di connessioni estremamente personali. Il colore è massa lucida quasi maiolicata steso a formare composizioni che risultano come intessute entro l’ordito di un prezioso tappeto. L’altrove, il primitivo, l’eros esplicitato ma fortemente onirico segnano un momento di indagine profonda dell’artista svelandone i lati più intimi della propria personalità.”
Frera Agostinis
Personale, Prologo marzo 2011
“Guida il lavoro di Colmari una sorta di filosofia dello spazio intesa come esigenza primaria; consegue a questa ordinazione geometrica della realtà la partizione della memoria. Segno e colore si inquadrano in una razionalizzazione non ossessiva, sempre vicina al Mondo della cultura architettonica e più specificamente dell'interno. L'autire probabilmente rivendica inconsciamente una sorta di continuità che proviene da Matisse, come impatto immediato senza speculazione filosofica. Dall'altro lato si possono rivedere pagine dell'espressionismo intese come rappresentazione interiore del colore. Un colore che proviene dall'animo dunque, che è espressione del sentire tumultuoso e personale. Ogni linea è tratteggiata come sottolineasse un confine, tra una regione geometrica e l'altra. Quest'ordine si scompone e ricompone in un gustoso prestito di piani sovrapposti e contrapposti, in una rincorsa di linee. Questa filosofia degli spazi sottintende anche una dinamica dei tempi, per la semplice ragione che in tempi diversi si pongono e si ordinano le linee in questo universo scomposto e irrazionale, al quale Colmari, con un pizzico di timidezza ma con consapevolezza, ha l'orgoglio di voler porre ordine.”
Vito Sutto
Mostra personale "Fuori studio" anno 2005, Cormons (GO) Palazzo Locatelli
“Antonio Colmari … ha attraversato diverse tematiche di cui ricordiamo i ritratti femminili, lo spazio urbano e gli oggetti domestici, osservati e raffigurati con una scelta stilistica molto vicina all'arte pop. L'opera indaga lo spazio di una casa in cui risuonano le parole delle poesie. I disegni si attengono ad una modalità prevalentemente figurativa deformata dalla diffusa presenza di rappresentazioni bidimensionali con inserti di visione naturalistica e prospettica. Tutti i disegni, del medesimo formato, sono trattati con una tecnica grafica e cromatica composita, caratterizzata dalla ricercata preziosità coloristica a cui si accompagna un raffinato segno grafico incline al dettaglio.”
Romano Schnabl