Le opere di Fabio Colussi sono recensite dalla stampa e dalla critica d’arte, segnaliamo: Marianna Accerboni - Giancarlo Bonomo - Walter Chierighin - F. Favretto - Manlio Gaddi - Carla Guidoni - Silvano Lavora - Claudio H. Martelli - Gabriella Pastor - Aldo Maria Pero - Sergio Rossi - Laura Vianello - Franco Rosso.
PRESENTAZIONE CRITICA ALL’ARTISTA FABIO COLUSSI A CURA DELL’ARCHIVIO MONOGRAFICO DELL’ATE ITALIANA
Nelle opere di Fabio Colussi l’orizzonte è amplificato per evidenziare i momenti temporanei in cui si individua un dialogo costante tra mare, terra e cielo, gli elementi rappresentati, così come le figure, le strutture architettoniche attorno all’acqua, le barche e le gondole creano un confronto tra la creatività dell’artista e il suo sguardo sulla realtà di una rappresentazione vedutista.
Le sue opere coinvolgono lo spettatore che si trova ad ammirare un luogo emotivamente complesso, silenzioso e riflessivo, armonico e contemplativo che ci permette di scoprire una riconciliazione tra noi stessi e la natura. Il movimento del mare dato dalle onde è una scelta caratteristica dell’artista che si sofferma più sulla staticità che sul movimento per far affiorare sulla superficie pittorica la luce e i colori. Un’arte ricca di particolari che dona movimento ed un effetto visivo di grande suggestione. Il mare è abitato anche dall’uomo che vive la bellezza dei colori della terra. La luce entra nell’opera ritmando il presente, rammentando la memoria ed anticipando il futuro, una luce che è luogo di vita.
Fabio Colussi riesce a dar forma ad un linguaggio caratteristico, dona armonia e solarità ad un’immagine paesaggistica diventando memoria culturale di una riconoscibilità di un mondo meraviglioso recuperato attraverso una lettura reale e nello stesso tempo sognante.
Fabio Colussi è un pittore romantico, immortala i paesaggi visti sui suoi quaderni attraverso schizzi che trasporta poi sulla tela attuando una ricerca artistica sull’evoluzione estetica, raffinata e suggestiva, dove i protagonisti sono sempre il colore e la luce. La visione fedele della natura è affiancata da una ricerca emotiva nata dallo spettacolo della natura, le impressioni catturano un preciso momento, un attimo fissato sulla tela attraverso una freschezza invidiabile di concezione. Gli elementi atmosferici seguono una dinamica incentrata sui riflessi che animano gli angoli oscuri della natura, i colori sono trattati con estrema libertà ed è ben evidenziata la frequenza della luce che si estende in tutta l’opera.
Le sue note vedute di mare sono conosciute per la sua capacità d’interpretazione dove affiorano sensibilità ed il sapore della terra che il pittore magistralmente esalta con l’intensità cromatica mediante il binomio colore-luce.
Fabio Colussi documenta la poetica e la bellezza del mare caratterizzata da un sentimento di solitudine pervaso da un senso di serenità ed una concezione ottimista e speranzosa della realtà. La caratteristica della sua opera è il colore che percorre le lagune nel brillare del sole, di un’alba e di un tramonto, i gondolieri scorrono nelle loro movenze e nei loro costumi, i pescatori animano il paesaggio marino e si riflettono sullo specchio dell’acqua. Fabio Colussi si identifica con il territorio che ha sempre rappresentato regalando allo spettatore un’esperienza visiva di uno scenario paesaggistico romantico e di una straordinaria valenza tecnica, formale e compositiva.
Archivio Monografico dell’Arte Italiana - giugno 2023
ANTOLOGIA CRITICA
"Colussi ricostruisce con delicata e calibrata vena lirica il fascino del mare della sua città, Trieste, accostandolo anche a quello di Venezia. La medesima, sottile inclinazione neoromantica, intrecciata a una personale e sensibilissima vena cromatica e a una grande abilità tecnica, caratterizza le sue vedute. Così l’artista sa catturare l’ineffabile luce del nostro golfo, quella magica della Serenissima e la pace della laguna, consegnandoci un angolo di mondo, in cui poter sognare ancora, grazie al prezioso virtuosismo di questo poeta del paesaggio. … Nelle opere di ... Colussi, compare spesso una luce azzurro-grigia, che più che un colore rappresenta un’atmosfera, una sorta di evocazione di quello “sturm und drang” (tempesta e impeto), che nel mondo germanico pose le basi del Romanticismo: punti di riferimento - conclude il critico - che costituiscono delle interessanti chiavi di lettura della pittura dell’autore triestino, in particolare per quanto riguarda la sua interpretazione del tema della veduta marina, che sa rivisitare attraverso intuizioni, luminosità e ispirazioni che alludono istintivamente anche alla cultura visiva mitteleuropea."
Marianna Accerboni - 2020
“… Fabio Colussi studia le prospettive, l’uso della luce e dei colori dei grandi artisti triestini e veneti di fine Ottocento e inizi del Novecento, dei quali usa a tutt’oggi alcune delle antiche tecniche. Figurativo accurato, definito altresì il pittore delle marine, rappresenta la sua città natale in opere che esprimono tutta la sua capacità creativa e la sua eccellente conoscenza dell’uso del colore.”
Gabriella Pastor
"Colussi vive una pittura senza drammi, scevra di angosce esistenziali, il suo paesismo non vuol evidenziare contrasti né umani né naturalistici, se si eccettuano le piacevolissime variazioni luministiche ed atmosferiche.
Non vi sono tempeste impreviste o accidenti meteorologici. Le magnifiche cartoline che dipingono i moli, i palazzi quieti, gli orizzonti riscaldati da soli al crepuscolo, regalano all' animo quei momenti di una pace ritagliata nel frastuono moderno, una sorta di meritata ricreazione dove la mente riposa distante dalla civiltà ingrata e confusa. Sono vibrazioni lente, costanti, che muovono in chi guarda nel senso nostalgico che vive nel silenzio del tempo, quando tutto tace e ogni controverso, problematico pensiero diviene un trascurabile relativo."
Giancarlo Bonomo
"L'incanto quieto della pittura di Fabio Colussi non nasconde segreti, non si cela dietro l'arcano di procedimenti tecnici innovativi, ma fa leva, secondo canoni tradizionali, sulle suggestioni dell' immagine e del colore. I suoi paesaggi marini, le sue vedute del porto di Trieste, non mirano, come si potrebbe supporre, al vero, ma hanno l'ambizione di proporre attimi di tempo, trasformati fotogrammi di quella storia infinita che è la vita. A tal punto da non dipendere più dal contesto che li ha ispirati per divenire del tutto autosufficienti, senza alcun bisogno di pretesto o giustificazione: pittura di memoria o d' invenzione, idealistico sguardo pieno di poesia che si propone di catturare in modo particolare la luce nei momenti di più eclamante magia."
Claudio H. Martelli
"Fabio Colussi con il suo Vele al tramonto invita il visitatore ad abbandonare gli intellettualismi richiesti da certa pittura contemporanea per affidarsi ad una serena contemplazione della natura. Una scena che sarebbe piaciuta ad Immanuel Kant, che nella sua Estetica pre-romantica celebrava appunto la natura tanto nella sua serenità che nello scatenamento delle sue forze tempestose. La natura, secondo il grande filosofo tedesco, era una delle maggiori, forse la più importante, fonte d'ispirazione dell'artista. Qui la scena è mirabilmente delineata nel suo rosseggiante preludio all'occaso del sole. Nel vasto orizzonte che Colussi delinea in una tela di grande profondità c'è una progressiva scansione dello spazio, dominato, su una superficie senz'onde, da una grande imbarcazione a due alberi, circondata da altre di minori dimensioni. Sullo sfondo un sole occiduo manda gli ultimi raggi di giorno. Un lavoro di notevole tecnica e di coinvolgente capacità attrattiva."
Aldo Maria Pero
“Partendo da una visione quasi neoclassica della città e della natura Colussi ricostruisce con delicata vena poetica l'immagine dei luoghi, raffinando con equilibrio e perizia nel corso del tempo il suo luminoso e vivido linguaggio attraverso un colorismo avvincente e reale, che lascia tuttavia spazio al sogno. ... L'artista è riuscito nel corso del tempo a comporre, nel delineare la veduta, una propria maniera intensa e precisa, ma nel contempo sobria ed essenziale. Che fa vivere il paesaggio soprattutto della luce (diurna o notturna che essa sia), ottenuta attraverso ripetute e raffinate velature e un cromatismo deciso ma morbido."
Marianna Accerboni