Partecipa a corsi di pittura figurativa e di scultura tenuti da Rita Catalano e da Agostino Gallio sperimentando l'uso di tecniche nuove e raggiungendo esiti interessanti.
La sua tecnica privilegiata è l’acquarello, le sue tematiche principali sono di stile figurativo quali: fiori e paesaggi. Olga Freschi cimenta la sua esperienza artistica anche nella pittura ad olio e nel disegno; seguendo la tecnica del carboncino e della sanguigna sviluppa ed interpreta la figura umana lavorando principalmente sul nudo.
Colpita dalla malattia e dalla morte prematura del figlio, Olga Freschi è attiva dagli anni Ottanta fino alla sua scomparsa nelle campagne anti droga e AIDS, riuscendo a far approvare dal Parlamento una legge sulla sepoltura dei malati di AIDS e meritandosi il titolo di Cavaliere dello Stato (decreto 2 giugno 1996).
Nella fotografia: Il Presidente Carlo Azeglio Ciampi stringe la mano all'artista Olga Freschi
L'artista Olga Freschi Dalla Valle.
"Oltre il sentiero" - 1990
acquarello su carta - cm 35x25
"In equilibrio" - 1984
acquarello su carta - cm 48x33
LA POETICA DELL'ARTISTA
PRESENTAZIONE DELL'AUTRICE OLGA FRESCHI DALLA VALLE DEL LIBRO DI POESIE:
"LA NOTTE E IL CANTO":
Illustrazioni ed impaginazione: Olga Freschi Dalla Valle.
Stampa: Nuova Grafica s.n.c. Vicenza - 2ª Edizione Giugno 1999
"Un soffio di sole.
Le spighe
nell'oro disteso
sussurravano quieta tristezza.
Mi chinai a raccogliere un pugno di terra. Avrei voluto
essere fango
rinascere uomo "
Questi i versi che mia figlia ha dedicato al fratello facendosi interprete di un costante pensiero che forse martellava in testa a Roberto mentre giaceva immobile sul letto d'ospedale, irrigidito dalla malattia che lo stava staccando da questa vita. Versi scritti a fianco di un grande uccello migratore dalle ali candide spiegate nel volo, dipinto da lei stessa su una maglietta che completava gli indumenti con cui, qualche giorno dopo, insieme, abbiamo rivestito il suo corpo esanime.
Anche la sua anima migrava verso un mondo sconosciuto dopo giorni di quieta tristezza; di certo avrebbe desiderato rinascere fortificato a nuova vita per non più ricadere nell'abisso della droga.
La storia di Roberto è la medesima storia di migliaia e migliaia di giovani del nostro tempo; la mia storia è la storia di migliaia e migliaia di madri che hanno conosciuto la gioia della maternità e la disperata impotenza di fronte alla forza devastante della droga. Ho raccolto queste poesie in un volumetto che si può dividere in due parti: nella prima esprimo il dolore verso un figlio vivo, schiavizzato da una sostanza che giorno dopo giorno gli rubava una scintilla di vita; nella seconda, un figlio che non c'è più ma che pur nella sofferenza del non vederlo sento vivo vicino a me con l'antico affetto, oserei dire riconquistato nell'amore. In queste poesie pregnanti di sofferenza ogni madre che ha vissuto o sta vivendo questo dramma potrà riconoscersi e forse sentirsi meno sola perchè accomunata nel medesimo dolore; coloro i quali hanno avuto la fortuna di non esserne toccati potranno capire cosa vuol dire avere un figlio drogato de avvicinarsi al dolore altrui, io spero, con comprensione e solidarietà e non con facili giudizi spesso semplicistici.
Certamente i miei non sono versi eccelsi, sono nati dal bisogno di esternare l'oppressione che mi opprimeva il cuore, dal dolore, dalla nostalgia e dalla speranza, che come una fiammella pur oscillante rimane accesa nel profondo dell' anima.
Olga Freschi Dalla Valle
Introduzione di Rosa Ugento del libro di poesie "La notte e il Canto" scritto dall'artista Olga Freschi Dalla Valle
"C'è alla base dei versi di Olga Freschi Dalla Valle cosciente e insistente il pungolo del dolore. La morte del figlio, assurdamente strappato alla propria giovinezza e all'amore della madre crea il motivo di fondo dal quale l'autrice non si può staccare; anzi non vuole perché da quel Sentimento nasce ormai l'unica ragione del suo vivere, la fonte inestinguibile capace di tradurre l'angoscia in amore e l'amore in poesia. Poesia quindi come polo dialettico di un dolore di cui è impossibile trovar ragione, da quando le 'lusinghe ammaliatrici della droga maledetta' hanno spento la giovane vita ed hanno aperto le porte a un destino buio e disperato.
Eppure, è nel ricordo / presenza di questo figlio drammaticamente strappato che la stessa sorgente del dolore può farsi sorgente di speranza e di serenità. La casa, vuota di quell'insostituibile presenza, diviene 'parata a lutto' regno possibile di ogni tristezza e solitudine.
Ma ecco, fu in quella casa che madre e figlio intessero una trama di affetti preziosi e fu nel paesaggio, nella natura, sotto il cielo familiare, che figlio e madre scoprirono in giorni lontani la bellezza della vita. Così, ogni aspetto goduto insieme, ogni miracolo offerto dal sole, dai voli, dai fiori, è pronto a rinascere dopo la bufera che l'aveva oscurato.
Compito della madre è perciò quello di ristabilire tra vita e morte legami di dolcezza e di amore, tramite i quali rinnovare il contatto con la persona amata e perduta.
Da questo nucleo chiaroscurale si dipartono tutte le intuizioni poetiche di Olga, che della intravista possibilità di richiamare in vita le immagini e i momenti trascorsi insieme col figlio, fa il mezzo per un'interpretazione autentica dell'esistenza universale.
Così i sentimenti ridestati nell'animo materno collegano l'autrice a un'altra maternità, quella della madre, dove pure la gioia e il dolore si alternarono; e la uniscono ad altre esistenze, drammaticamente consumate sulla terra, ma pronte a riaccendersi miracolosamente in una divina riviviscenza di visioni, stagioni, momenti indimenticabili.
Sì : può ancora essere bella la vita, trovare ancora profumi, colori, sentimenti che - mentre si proiettano al di là della nostra parabola - riescono a far superare quella " girandola di gioie e dolori "che è la condizione di tutti.
L'amore e la vita vincono: e vince la poesia."
M. Rosa Ugento
Poesie pubblicate sul libro "La Notte e il Canto" di Olga Freschi Dalle Valle