Diversi critici d’arte, professionisti ed esperti d’arte citano e scrivono sulle opere pittoriche, sugli affreschi o sulle decorazioni di Antonio Gentilini, e tra questi citiamo:
Luigi Bront - Gabriella Brussich - Licio Damiani - Giovanna Calvo Di Ronco - Adalberto Leandrin - mons. Pietro Nonis - mons. Luciano Padovese - Giulio Ragazzoni - Giuseppe Vasi - Natale Zaccuri - GFr. Ronzoni.
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PRESENTAZIONE CRITICA DELL’ARTISTA
ANTONIO GENTILINI
A CURA DELL’ARCHIVIO MONOGRAFICO DELL’ARTE ITALIANA
La componente principale nelle sue opere è la forza cromatica e la luminosità che donano profondità all’opera ed importanza al soggetto rappresentato. I paesaggi ispirati dalla sua terra natale sono ariosi, espressi nella loro essenzialità dove si evincono pochi ma curati dettagli. Le composizioni floreali rivelano la bellezza naturale espressa nella sua semplicità e nella sua rigogliosa vitalità.
Antonio Gentilini affronta l’arte pittorica con meticolosa cura nell’uso del colore, della luce e nella composizione; passando da una ritrattistica di notevole espressione l’artista giunge ad una rappresentazione del reale che affonda le sue radici nella parte più profonda dell’anima.
Le opere sono pervase da atmosfere profonde, e la tematica scelta dall’artista è rappresentata come manifestazione sensibile dell’esistenza.
Il colore prende vita attraverso pennellate morbide e talvolta incisive, e una stesura equilibrata di piani diversi suggella linee e macchie tonali in una originale trasgressione pittorica.
Le opere di Gentilini elaborano un messaggio comunicativo essenziale ed incisivo nell’immediatezza espressiva di linguaggi precisi che l’artista cattura con maestria eloquente. Passando dalla narrazione pittorica di un paesaggio descritto nella sua visione reale, da composizioni di nature morte assemblate con elementi diversi che esaltano la magnificenza della natura e nello stesso tempo esprimono la quotidianità ed il calore familiare, Antonio Gentilini decanta emozioni profonde che inseguono scie trascendentali generando un solido rapporto tra l’amore per ogni forma esistente e la bellezza della vita quotidiana.
Le sue opere conquistano il mondo dell’arte contemporanea per l’immediatezza esecutiva e per l’originalità delle sue visioni.
Archivio Monografico dell’Arte Italiana – agosto 2019
ANTOLOGIA CRITICA
“Gentilini nel corso del suo fervido lavoro di restauratore, affreschista e decoratore (oltre 40 le chiese in Friuli portano l’impronta della sua arte ) nonché pittore dell’ assiduità quotidiana; modesto e schivo preferiva più dipingere che esporre, desumendo i suoi temi dalla realtà più vicina: la campagna, i fiori, le nature morte. (Dopo la tragedia del terremoto) saranno invece la grande forza morale e uno spirito di cristiana rassegnazione a fargli affrontare nel 1977 la malattia mentre sublimi come il canto del cigno dipingeva gli ultimi fiori , eterei e vibranti di luce, a significare l’armonia raggiunta attraverso ciò che Gentilini amava di più: la pittura.”
Giovanna Calvo Di Ronco, Sacile 1993
“Nella storia della pittura contemporanea Antonio Gentilini ha incarnato l’essenza del messaggio tipico della cultura e della civiltà friulana ; amò essere se stesso, con il proprio bagaglio d’autore e caratterizzato dal sano realismo senza mai cedere alla suggestione di comode lusinghe correntizie; l’attuale retrospettiva è l’ennesima prova-provata del valore di questo testimone del tempo andato… esprime con vigore l’universalità degli affetti.”
Natale Zaccuri, Venzone 2004
“La sua è una pittura austera … la pennellata sciolta , rapida, piena di spontaneità e perfino scintillante in certe composizioni floreali.
Dopo un primissimo accostamento al verismo naturalistico di tradizione ottocentesca, Gentilini si apre fin dal ‘35-’40 ad una maggiore immediatezza espressiva, che resta sempre legata al reale, trasferita però in una dimensione meno descrittiva e più espressionistica.
Ad una esperienza ‘pacacubista’ si collegano le opere degli anni ’70 in cui sembra decantarsi ogni vitalistico slancio giovanile e aprirsi una parentesi lirica e meditativa. I soggetti vengono isolati in mezzo a evanescenti atmosfere di grigi e marroncini ed abbiamo la nascita di alcune tra le opere migliori che abbiamo visto nella produzione friulana della seconda metà del nostro secolo.”
Adalberto Leandrin, Pordenone 1983
“Antonio Gentilini , pittore nostro caro e bravo : è innegabilmente un artista e la qualifica di autodidatta gli va ascritta a merito anzichenò; egli con i fatti ci dà la misura di un bisogno che non si sazia e che è tipico di chi ha urgenza di esprimere e materia da esprimere.”
Luigi Bront, Lignano 1966
“Gentilini ha affrescato diverse chiese del Friuli … e la sua attività decorativa non è certo inferiore come valore a quella propriamente pittorica. La sua evoluzione artistica appare netta e precisa fino alle ultime opere nelle quali il soggetto diviene puro pretesto per pennellate morbide e delicate in lavori nei quali tutta la liricità del colore traslato dai grandi maestri veneti assume una personalità tutta particolare … doti di questo umile e bravo artista friulano.”
Giuseppe Vasi, Remanzacco 1981
“Gentilini è un pittore che si può ripercorrere anche a ritroso a partire dagli ultimi raggiungimenti che sono di altissima qualità e proprio perché sul crinale, sul momento di saldatura tra il figurale e l’astratto e sono i raggiungimenti degli ultimi anni ‘70, e andare da questo altissimo livello di spiritualità al corposo realismo passando attraverso le varie fasi, quella esaltante (scatenante, meglio, dal punto di vista artistico e tematico del terremoto) attraverso quella che sembra una fase realistica dei primi anni ’20, fino al realismo umile e concreto ma già magistrale delle origini. Un uomo che teneva l’arte creativa non ai margini della propria vita ma come ciò in cui ci si rifugia proprio quando il bisogno di creare deve esplodere; ha fatto del lavoro quotidiano, dell’umile lavoro della decorazione, della paziente testarda fatica dell’artigiano la maniera, la ‘sua’ maniera di essere che è poi rispondente a una convinzione morale di questo popolo che è così vario e impastato, com’è il popolo della nostra terra…: c’è una tale potenza esplosiva, c’è una tale ricchezza di idee, c’è una tale fedeltà ai valori della tradizione ma una tale apertura anche verso le novità del linguaggio artistico ed estetico in Gentilini, che il discorso non può essere conclusivo , ma soltanto appena aperto.”
mons. Pietro Nonis, Pordenone 1983
“Gentilini è autore onesto, appartato in un suo mondo naturalistico e descrittivo, che trasfigura e alleggerisce con una vena d’ingenuo lirismo nei monotipi, o esaspera espressionisticamente negli olii; i monotipi hanno vaporosità e sottili sfumature.
Pittura esile eppur piacevole e distensiva che talvolta raggiunge un clima d’incantata poesia; le nature morte per la loro secca deformazione formale non mancano d’efficacia.”
Licio Damiani, Cividale del Friuli 1967
“Il lavoro di affrescatore ci sembra traspaia chiaramente anche nei suoi olii, quasi tutti paesaggi e qualche natura morta; … la indiscutibile disinvoltura della pennellata, una indubbia freschezza e validità pittorica.”
mons. Luciano Padovese, Pordenone 1975
“… La sua pittura si caratterizza per una spontaneità rustica e per una ‘selvatica’ immediatezza… A interessarlo era il paesaggio friulano, descritto non in termini arcadici o ‘suggestivi’, ma con un bisogno di verità e con una sorta di intima sofferenza.
La sua pennellata era di una ruvidità quasi legnosa, adatta a esprimere la tematica autenticamente ‘popolare’ di un artista che non amava rifarsi a moduli in un certo senso codificati dalla situazione culturale del momento ma che era portato piuttosto ‘a capire e a interpretare il senso immediato della vita che lo circonda.”
Gabriella Brussich, Udine 1971
“Le composizioni di Gentilini si articolano in colori dalle tonalità basse, campiti in zone molto nette, con una opacità affine alla sabbiosa intensità dell’affresco. E all’affresco il pittore dedicò gran parte della sua attività. Ha lasciato cicli pittorici in molte chiese del Friuli. Tra i più importanti la ‘Crocifissione’ nella parrocchiale di Vernasso e i simboli degli ‘Evangelisti’ a Ziracco.”
Licio Damiani, Arte del ‘900 in Friuli, 1982
“Essenziale nel disegno e nella struttura ha saputo collocarsi a pieno titolo nel panorama artistico friulano del secolo appena trascorso ; con un linguaggio severo e delicato insieme; una sensibilità che non si svela nelle note squillanti di tonalità accese, ma sembra celarsi, ritrosa, nel profilo leggero d’un motivo floreale; (quadri) dove nulla è descritto, nulla è narrato, ma tutto è rievocato con pochi tratti; e l’astrazione è intesa non tanto nella sua essenzialità geometrica, quanto nella sua più profonda accezione, come emozionalità che ha il suo fondamento nella purezza del colore; la sua terra, colta nell’intensità dei suoi valori, i valori solidali della famiglia e della fede.
Il figlio Sergio ci fa riscoprire un artista che ha onorato la sua terra e che con la sua attività ha aggiunto un tassello brillante nel grande mosaico … della terra friulana e italiana del secolo scorso.”
Giulio Ragazzoni, Pordenone Cordovado 2005
Il pittore GianFranco Ronzoni, visitando la retrospettiva di Antonio Gentilini (nel ventennale della scomparsa, nel 1997) allestita nelle sale del Comune di Roveredo in Piano (PN) ha detto:
“Questi non solo colori, sono emozioni !".
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Le opere di Antonio Gentilini sono presenti in diverse collezioni private, e sono pubblicate in cataloghi ed annuari d'arte. L'artista nel suo percorso ha esposto le sue opere in diverse mostre nazionali ed internazionali ricevendo il consenso e lusinghieri apprezzamenti da un pubblico affluente di amatori, critici d'arte e collezionisti. Le Sue opere sono state oggetto di attenzione critica e anche oggi, grazie alla disponibilità di suo figlio Sergio, sono continuamente esposte, su invito, in mostre d'arte, antologiche e personali.
Diversi cicli di affreschi realizzati dall'artista Gentilini si trovano in moltissime chiese in numerose città.
Mostre retrospettive in suo omaggio e ricordo:
- Cividale del Friuli (UD), 1978, Galleria in Piazza Paolo Diacono.
- Moimacco (UD), 1979, Comune, Sala consiliare.
- Roveredo in Piano (PN) 1980, Biblioteca Civica.
- Remanzacco (UD), 1981, Comune, Sala mostre.
- Pordenone, 1983, Società Operaia, Palazzo Policreti.
- Ricordo-omaggio a Porcia (PN) all'UTLE, venerdì 7 ottobre 2011, dal figlio Sergio.
- Prata di Pordenone (PN), 1984, Circolo iniziative culturali.
- Sacile (PN), 1986, Circolo artistico Luigi Nono.
- Cividale del Friuli (UD), 1987, nel decennale Chiesa di S. Francesco.
- Cividale (UD), 1988, collettiva Società Operaia.
- Sacile (PN), 1993, (Zanussi, Comune, Lions Club, in ex Chiesa S. Gregorio.
- Roveredo in Piano (PN), 1997, nel ventennale della scomparsa, Biblioteca Civica.
- Conegliano (TV), 2003, Galleria Rosselli.
- Venzone (UD), 2004, Comune, Palazzo Orgnani-Martina.
- PARIGI, 2005, Espace in rue de Miromesnil.
- Cordovado (PN), 2005, Comune, Palazzo Cecchini.
- Piazzola sul Brenta (PD), 2005, Villa Contarini, Arte contemporanea dal '900 a oggi.
- LONDRA, 2005, Birla Millennium Art Gallery.
- Pordenone, 2006 (Soc. Operaia, Ascom, e Provincia, al Palazzo Policreti).
- S. Lorenzo/Arzene (PD) 2007, nel trentennale della scomparsa(Sede Scuole elementari).
- LONDRA, 2008, centenario della nascita, Birla Millennium Art Gallery.
- Moimacco (UD), 2008, centenario della nascita (Comune).
- Cividale del Friuli (PD), dicembre 2010/gennaio 2011 a cura della Somsi nel 140° della sua fondazione - rassegna collettiva di 19 Artisti: Arte e artisti nella Cividale del '900 ("Maestri della svolta che nel 1947 girarono pagina") allestita in Santa Maria dei Battuti.
- Mostra a LONDRA, 2012, Birla Millennium Art Gallery (org. Platinum Collection con relativo Catalogo).
- Roveredo in Piano (PN), 2017, nel quarantennale della scomparsa, nella Sede Comunale.
L'elenco riporta le chiese affrescate da Antonio Gentilini, purtroppo molte di esse sono state lesionate e/o distrutte dal devastante terremoto del 1976 e molte delle sue opere sono andate perdute.
- Antro, la cappella della celebre grotta;
- Bottenicco;
- Buttrio;
- Basagliapenta;
- Campeglio;
- Castelmonte (UD), nel Santuario della Vergine;
- Coritis-Oseacco di Resia;
- Corno di Rosazzo, Chiesa e Monumento ai Caduti in cimitero;
- Cepletischis);
- Ciseriis di Tarcento;
- Carraria di Cividale del Friuli;
- Cerneglons;
- Cividale del Friuli, Chiesa di san Domenico, Chiesa di san Martino, restauro pale del Duomo, Istituto Orsoline, pianta topografica della città;
- Cravero, la statua della Madonna;
- Fagagna;
- Forni di Sotto, Chiesa parrocchiale e altre due minori;
- Interneppo;
- Loneriacco di Tarcento;
- Liessa;
- Mels;
- Moimacco;
- Mussons di Morsano al Tagliamento;
- Manzinello;
- Purgessimo;
- Pavia di Udine;
- Palazzolo dello Stella;
- Pocenia;
- Precenicco;
- Premariacco;
- Qualso;
- Ribis di Reana, Chiesa e Casa degli Oblati;
- Remanzacco;
- Rualis di Cividale del Friuli;
- Ravosa;
- Remanzacco, il Cristo crocifisso (affresco, all'esterno);
- Roveredo in Piano;
- Savogna;
- Sanguarzo di Cividale del Friuli;
- San Mauro di Premariacco;
- Sant'Andrat del Judrio;
- San Pietro al Natisone;
- San Volfango;
- Santa Maria la Longa;
- Tomba di Mereto;
- Togliano;
- Topolò;
- Tercimonte;
- Titiano di Latisana;
- Tricesimo, Santuario della Madonna Missionaria;
- Vergnacco;
- Vernasso di San Pietro al Natisone;
- Visinale del Judrio;
- Valle di Soffumbergo;
- Zompitta;
- Zompicchia;
- Ziracco, Chiesa parrocchiale e Monumento ai Caduti.
Mostre personali
- Cividale del Friuli (UD), 1960, al Caffè San Marco.
- Lignano (UD) 1966, Terrazza a mare.
- Cividale del Friuli (UD) 1967, al Caffè San Marco.
- Udine 1971, Galleria Carducci.
- Pordenone, 1971, Galleria Teardo.
- Jesolo (VE) 1972, Galleria Bortoletto.
- Cividale (UD) 1973 e '74, al Caffè San Marco.
- Pordenone 1975 e '76, Galleria Grigoletti.
Mostre collettive
- Buia (UD) 1942 e 1943.
- Tricesimo (UD) 1945 e 1946.
- Cividale del Friuli (UD) 1945 e 1946.
- Cividale (UD) 1947, artisti cividalesi, al Liceo artistico.
- Tricesimo (UD) 1947.
- Cividale (UD) 1948, artisti cividalesi.
- Udine 1948, al Circolo Artistico.
- Cividale (UD) 1949.
- Udine 1950.
- Cividale (UD) 1952,'54,'57,'60.
- Cividale (UD) 1963 e 1967, artisti, sala P. S. Leicht.
- Cividale (UD) 1970, centenario Soc. Operaia.
- Grado (GO) 1970.
- Lignano (UD) 1971.
- S. Pietro al Natisone 1972, interregionale FVG, Carinzia, SLOVENIA.
- Milano 1975, Arte contemporanea, alla C.3.
- Cividale (UD) 1987, sul Ponte del Diavolo, Chiesa di S. Maria di Corte.
- Cividale (UD) 1988, arte e maestri artigiani del '900, in S. Francesco.
- Cividale (UD) 1993, nella nuova Sede della Banca Popolare.
Bibliografia:
- Antonio Gentilini (1908-1977): retrospettiva nella Chiesa di San Gregorio (sec. XVI), Catalogo della Mostra tenuta a Sacile nel 1993. Pordenone: Tipografia Sartor, 1993.
- Antonio Gentilini (1908-1977): retrospettiva nel decennale nella Chiesa di San Francesco (sec. XIII), Mostra tenuta a Cividale del Friuli nel 1987. Pordenone: Tipografia Sartor, 1987.
- Licio Damiani, Arte del Novecento in Friuli, Volume 2 Il Novecento - Mito e razionalismo, Colloredo di Montalbano (UD): Del Bianco editore, 1982, vol. I 276 p., vol. II 358 p.
- Licio Damiani, Gianfranco Ellero, Giancarlo Pauletto, Neorealismo Friulano, Udine: edizioni Centro Friulano Arti Plastiche, 2001, 167 p., Dam. II, 113-114.
- Paolo Pastres (Soc. Filologica Friulana) "Arte del Novecento", Udine 2010, pagina 229.
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