PRESENTAZIONE CRITICA ALL'ARTISTA JOK A CURA DELL'ARCHIVIO MONOGRAFICO DELL'ARTE ITALIANA
Nelle opere dell’artista Jok i suoni della natura nascondono i rumori della città, gli angoli pittoreschi interpellano l'artista il quale ascolta con meditazione il paese che lo circonda. L’artista si riappropria del suo tempo approfondendo la difficile tecnica dell’acquarello con cui riesce a dar luce ad ogni soggetto rappresentato. Le trasparenze si insediano sull’opera con dolcezza ed armonia, la tecnica è scrupolosamente eseguita, la composizione è originale per la ricerca sull'armonia superiore che si instaura tra uomo e natura.
Nelle opere affiorano la versatilità e la forza espressiva del pittore il quale dipinge dettagli dei luoghi ma anche le trasformazioni atmosferiche che emozionano l’interlocutore e che modificano i dettagli del soggetto rendendolo più libero dalle particolarità che si dissolvono negli effetti luminosi e nel colore.
Le opere sono la combinazione perfetta di natura ed architettura, la luce è tenue e limpida, il colore si sofferma su tonalità chiare generando la giusta espressione tra reale ed essenziale.
Le opere sono uno spunto per ricercare una nuova destinazione ed apprezzare la natura, il pulviscolo di colore e luce raggiungono un virtuosismo tecnico che modifica il paesaggio narrando sensazioni e sentimenti.
La produzione artistica di Jok è vasta e ricca di capacità innovativa, il colore solare possiede la caratteristica di cogliere il principio immateriale del luogo diventando la sorgente di una poetica intima. Le opere raccontano il viaggio dell’artista nella scoperta di una luce meravigliosa, di un colore tenue e di forti emozioni. L’arte dell’acquarello metaforicamente rappresenta il desiderio di ricercare lo spirito della visone regalando alla superficie pittorica un senso enigmatico e romantico. Grazie al movimento rapido del pennello l’artista crea sfumature, delicate e nello stesso tempo incisive, che trasmettono all’opera una visione pacifica. Le ombre proiettate all’orizzonte si intravedono e sembrano oscillare seguendo il movimento della brezza presente nell’aria. I dettagli ottenuti con il colore ad acqua trasmettono all’osservatore una visione quasi abbozzata resa apposta dall’artista Jok per trasmettere emozioni più forti.
Lo studio attento di questa tecnica pittorica conduce il pittore a rappresentare l’immagine di una realtà sfumata per far intendere che anche una visione concreta può nascondere sempre qualcosa sotto la superficie, un enigma che solo l’osservatore può riuscire a risolvere.
Archivio Monografico dell'Arte Italiana - settembre 2023
ANTOLOGIA CRITICA
“Dotato di una fecondissima e piacevole vena quale vedutista all'acquarello. Dice le sue cose migliori in alcuni grandi fogli nei quali il paesaggio viene descritto con fare largo ad ampie campiture quasi uniformi, tutte illuminate da una stessa luce, senza che cenno alcuno di primo piano interrompa la fasciante e sferica atmosfericità dell'insieme”
Giulio Montenero, giornalista, critico d'arte e direttore del Museo Revoltella di Trieste
“La natura lo affascina, lo attrae e lo riprende accanto a sé per svelargli, sempre attraverso la pittura en plein air, ogni singolo sussurro o fruscìo, il calore dell'afa estiva, il freddo del vento invernale, ma anche i riflessi e i giochi di luce tra le fronde degli alberi. Jok sviluppa così un sentimento panico che gli affina i sensi e gli consente di dipingere vere e proprie poesie all'acquarello, la tecnica pittorica per eccellenza di chi opera in viaggio e all'aria aperta e che, per questo, richiede prontezza e sicurezza di esecuzione. Dipingere in questo modo significa saper dosare i colori diluendoli nell'acqua e distenderli in velature fluidissime: l'opera diventa tanto più pregevole, quanto più sono intatte le gocciature di colore e meno cariche le tinte.
Le mete preferite dell'artista sono le alture attorno a Gorizia, tra cui il Nanos e l'altopiano di Tarnova che gli offrono immense aperture sulla vallata dell'Isonzo e sui due ponti di Salcano: quello della Ferrovia, con la campata di pietra più grande del mondo e quello che conduce alla strada di Osimo, fissati in una ariosa prospettiva che accompagna l'occhio lungo la piana di Gorizia, sfiora il monte Calvario per giungere fino alle alture del Carso. Anche sul Carso cosi “duro e buono”, ricorda citando una celebre poesia di Slataper Cej trova ispirazione dove ritrae scorci di paesi come San Daniele. Poi ci sono le isole dalmate, luoghi in cui Cej ha trascorso più di un'estate, come la bella Lussinpiccolo e che con le piccole insenature, le case abbarbicate sulla rapida costa rocciosa, gli antichi borghi e le pinete offrono all'artista spunti inesauribili.
Sebbene i paesaggi e l'acquarello siano il suo soggetto e tecnica preferiti, nella ricerca pittorica di Giuseppe Cej – Jok figurano anche altri soggetti: l'essere umano e i temi sacri, per esempio, che talvolta esegue anche ad olio su tela e reinterpreta andando ben oltre il dato oggettivo, valicando i confini dell'espressionismo con qualche reminiscenza Fauve, fino a raggiungere soluzioni astratte. Preme sottolineare quella sottile vena poetica che traspare dai suoi delicati paesaggi, quell'estrema “leggerezza” rappresentativa e quell'immediatezza espressiva che ogni suo acquarello trasmette, segno che l'arte ha radici profonde nella sua anima la quale, tramite il pennello, ci rivela il caleidoscopio cromatico e tutte le vibrazioni luminose della natura.”
Serenella Ferrari - Gorizia, 2023