Le opere d'arte di Salvatore Manenti sono recensite dalla stampa e dalla critica d'arte, ricordiamo gli scritti di Mauro Corradini - Massimo Tedeschi.
PRESENTAZIONE CRITICA ALL’ARTISTA SALVATORE MANENTI A CURA DELL’ARCHIVIO MONOGRAFICO DELL’ARTE ITALIANA
Salvatore Manenti traccia l’idea sulla superficie pittorica con visioni fantastiche che si concretizzano con pennellate sicure generando forme sinuose, astratte e geometriche. La linea marcata, continua e interrotta, diventa lettura di una narrazione, l’artista perfeziona la sua forma ed evidenziando l’equilibrio delle spinte cromatiche dona movimento e luminosità a tutta la composizione.
Salvatore Manenti analizza la realtà accostandola a nuove entità che provengono dall’immaginazione dell’osservatore, nella sua arte si avvertono i profumi, gli odori, i suoni, i silenzi e i rumori della vita attuale, la rappresentazione, ordinata e disordinata degli elementi, avvolge la costruzione di un mondo che rammenta il primitivo, la mitologia e l’arte letteraria.
Una pittura solare che stabilisce il confine tra comunicazione interiore ed esteriore, tra immaginazione e realtà, un’arte descrittiva di un viaggio socievole, amorevole e amichevole, dove non esiste un tracciato di percorso, solo il colore diventa espressione di luoghi precisi che indagano nelle usanze e nei costumi di diversi luoghi e tradizioni.
L’artista realizza forme bidimensionali, i mezzi espressivi della linea e del colore esprimono emozioni, la forma astratta resta per l’artista l’immagine perfetta per definire il potenziamento dell’individuo nell’accostarsi alle condizioni della vita contemporanea.
Valutando e vivendo la dimensione reale dell’esistenza il pittore affronta la sua vita immergendosi in un’esperienza passata che gli permette di vivere e comprendere le sensazioni per raggiungere un presente ricco e sempre in mutamento, ecco perché l’artista elabora una forma di arte astratta, le immagini reali si modificano, diventano espressione di un’esperienza vissuta che lui stesso affronta attraverso la rilettura di un’emozione.
La tecnica usata spazia da pennellate vigorose, allungate e sovrapposte, campiture piatte e linee descrittive, una pittura che diventa studio e ricerca di valori imprigionati nella mente umana e che prendono vita sulla tela pittorica.
La costruzione spazio-colore è armonica e dinamica, l’opera è ricca di misteri visivi incastrati l’uno con l’altro, scene di vita quotidiana ma anche riferimenti mitologici e mistici tracciano il dialogo costante di un operare saggio che delinea il filo conduttore in tutta la produzione pittorica dell’artista Salvatore Manenti.
Archivio Monografico dell’Arte Italiana - Marzo 2024
ANTOLOGIA CRITICA
“Dipingere: la memoria delle cose.” “Sulla tela emergono forme, segni, che sembrano voler costruire una sorta di danza: è la danza dei segni e la danza del gesto che insegue un’interna armonia. Sovente l’autore fa riferimento a spazi reali, visti dall’alto dell’aereo, o osservati dalle balze di un’altura: e sono spazi che hanno i colori che appartengono tanto ad un mondo lontano, abbaglianti e accecanti, spezzettati nella realtà, quanto alla realtà dello sguardo che vola alto sulle cose. Allora l’artista rimane preso dal suo stesso operare. In questo dipingere, abbandona ogni riconoscibilità topografica, e si diverte a danzare con i suoi segni per indicare percorsi mentali e nuove misure. Sono spazi incantati, come quelli che abbiamo provato la prima volta che abbiamo osservato l’immobilità di un deserto arrossato dalle sabbie e dal sole, o quando ci siamo persi nei rinvii e richiami che un’intricata foresta ci rimanda, con le sue figure magicamente distribuite davanti al nostro sguardo. Su queste forme, che sono emozioni, ricordi, spesso sedimentate memorie, che si sovrappongono con la forza della mente sull’iconografia che viene al nostro sguardo dalla realtà, su queste forme, dicevamo, Manenti esplora il suo mondo interiore, deposita le sue emozioni, sentimenti anche, forse senza cadere troppo nel sentimento nostalgico di un’immagine perduta. Al contrario, anche oggi, quando dipinge con gli occhi della mente, emerge il vigore e il desiderio di tutto abbracciare e racchiudere nel solco dell’immagine. Senza malinconie: Salvatore guarda con positività la sua storia, gli ambienti attraversati, mescolati in un caleidoscopio da cui emerge la forza del colore e l’armonia del gesto che definisce i ritmi dell’immagine. A volte, dicevamo, in questa danza di linee e forme, emerge una figura, aggalla una cupola, vista non sappiamo dove, forse memoria di una basilica italiana, inserita nel ritmo intenso di una natura che appare per tracce, ancora carica dei segni primordiali di un mattino del mondo, o un arabesco rubato sulle soglie di un deserto. Coesistono sulla stessa tela i due spazi mentali; convivono la forza pregnante dei colori dell’animo e quella dei gesti coltivati con cura, perché voleva essere pittore.
La memoria delle cose governa l’immagine, anche quando, astratta, l’iconografia nasce sui ritmi interiori dell’animo; spesso, la forma mentale rompe gli schemi compositivi e la nuova vitalità, ritrova e fissa nel giardino delle fantastiche e magiche letture lo specchio di una gamma amplissima di cromie. Espressionismo, stilisticamente, diviene il riferimento necessario; ricordando che toccò proprio all’espressionismo, poco più di un secolo fa, la scoperta dell’individuale forza poetica; espressionismo furono il gesto e il colore dirompenti che venivano dall’inconscio; espressionismo fu la forza mentale capace di prevalere sulla narrazione, che guidava il ritmo delle nostre immagini: nacque quell’incontro con il nostro io profondo, che aveva più storie da raccontare di ogni possibile letteratura. In questo senso, le figure e i colori di Manenti sono figli di un tempo inquieto e pieno di slanci; anche i segni del pittore, i suoi gesti, le sue pennellate, la struttura delle sue tele e i voli mentali che raffigurano non costituiscono altro che la sintesi di una lotta tra due mondi e due modi diversi di pensare. Che sanno tuttavia coesistere; come sempre sa coesistere, in forme proprie, ogni immagine che voglia semplicemente dare immagine ai percorsi dell’animo umano."
Mauro Corradini - 2019
“La passione e la dedizione di Salvatore Manenti per la pittura vengono da lontano: da quando, bambino, trovava a casa da scuola con le mani imbrattate e impostate di colore. … L’arte di Manenti sembra giunta ad un nuovo bivio: quello che comporta il distacco dai rassicuranti percorsi figurativi e il cammino su sentieri più avventurosi che portano verso l’astrazione, verso una cifra stilistica più personale e originale, verso un’impaginazione dei colori sciolta e gestuale. Un ritorno alle origini, visto che molte delle opere degli ultimi mesi ricalcano disegni giovanili di Salvatore Manentii, intrisi della lezione e delle suggestioni di Kandinskij. …”
Massimo Tedeschi