Marzia Sacchiero opera nel suo studio d’arte ad Affi (VR). Da sempre attratta dall’arte ha intrapreso materie inerenti a questa disciplina, studiando prima al Liceo artistico poi all’Accademia di belle arti di Verona. Negli anni ottanta si trasferisce per lavoro in toscana, mantenendo sempre vivo l’interesse per l’arte pittorica. Questa esperienza ha segnato e tracciato in modo indelebile il suo percorso nello sviluppo e nella ricerca del segno e del colore. Rientrata a Verona ha ripreso sempre più intensamente l’attività pittorica e ha focalizzato la sua attenzione nella ricerca poetica figurativa di ciò che le interessa esprimere. Dal 2024 l'artista fa parte di AIAPI (Associazione Internazionale di Arti Plastiche Italia).
PENSIERO DELL'ARTISTA “Quando sono nel mio studio davanti ad una tela bianca la prima cosa che faccio è ricoprirla di ocra gialla. Tutti i miei lavori partono da li, da una base immaginaria di terra gialla.” L'artista Marzia Sacchiero nel suo studio.
INTRODUZIONE ALL’ARTE PITTORICA DI MARZIA SACCHIERO L’opera di Marzia Sacchiero è oggettiva, nasce da una forma iperrealista che mira a riprodurre in modo fedele la realtà, solo nell’uso della tecnica cromatica l’artista si allontana dalla realtà, infatti le sue opere, pur conservando la colorazione inerente alla visione, sono ricche di pennellate in continuo movimento, si evincono sfumature, contrasti e trasparenze che donano all’opera un segno caratteristico del tutto contemporaneo. L’arte di Marzia Sacchiero esprime messaggi profondi, un evidente linguaggio simbolico che si insedia nelle sue opere dove si evincono le emozioni e gli atteggiamenti dell’essere umano nella sua quotidianità.
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PRESENTAZIONE CRITICA ALL’ARTISTA MARZIA SACCHIERO A CURA DELL’ARCHIVIO MONOGRAFICO DELL’ARTE ITALIANA Le opere di Marzia Sacchiero sono realistiche per quanto riguarda il disegno, dettagliate nei particolari e creative nella stesura cromatica. I colori rispettano la realtà, così come la grafica che risulta essere meticolosa ed essenziale, la raffigurazione della composizione è visivamente accattivante, l’immagine rappresentata è la visione della realtà che l’artista decide di elaborare con maestria tecnica. L’artista si sofferma sulla bellezza del paesaggio naturale e sulla figura umana che indaga con grande creatività, Marzia associa le idee e le emozioni ad una capacità creativa immaginaria per trasmettere i suoi messaggi più intimi. L’espressione di un’idea per l’artista diventa fondamentale, attraverso le forme e i segni indaga una ricerca simbolista per esprimere le attività del pensiero ma nello stesso tempo non abbandona la ricerca reale e naturalistica di un’immagine. Una visione attenta sulla semplicità delle cose attira l’attenzione dell’artista che elaborando una grafica precisa, attenta nell’espressività e nella postura dei suoi personaggi, riesce magistralmente a trasportare sulla superficie pittorica una ventata di spensieratezza e di riflessione in tutta la composizione. Realismo, simbolismo ed immaginazione sono la ricerca in cui la pittrice Sacchiero si fa travolgere lasciando spazio al gioco creativo che la investe dirompentemente attraverso l’uso del colore. Una pittura di luce in particolar modo nell’ambiente naturale, una luce che si libera della tradizione paesaggistica trovando nella composizione un’unione tra la natura e l’umanità. L’artista indaga e privilegia la luce, ottenuta dal colore espresso in maniera spontanea e leggermente condotto verso le tecniche del divisionismo, il colore scelto è perfetto e armonioso al contenuto del messaggio dell’opera, l’artista dona alla tinta cromatica dinamismo, il moto intenso rappresentato armonizza gli elementi circostanti. Marzia Sacchiero segue un percorso estetico che fluttua sulla superficie delineando una dimensione onirica, il colore realizza l’ambientazione pittorica suggestiva e coinvolgente, le intense campiture cromatiche, le tonalità sono sfumate in cromie caratteristiche e si concentrano in pennellate decorative particolareggiate di diverse trame pittoriche. Il colore sembra formare dei cunicoli, delle gallerie ed assume le sembianze di un’emozione autentica. Con talento artistico Marzia Sacchiero raggiunge la sua ispirazione dettata da dettami stilistici che rispecchiano la bellezza universale e catturano l’attenzione dell’osservatore. Archivio Monografico dell’Arte Italiana - Marzo 2025
ANTOLOGIA CRITICA
“… L'artista desidera imprimere sulla tela, attraverso la pennellata tutto il suo fervore creativo, contraddistinto da tipici riccioli colorati che ricordano, appunto, i trucioli di legno. Il suo stile presenta dei rimandi al post-impressionismo, le sue pennellate hanno un effetto tridimensionale; il tratto, talvolta sbrigativo e turbinoso, sembra seguire l'ispirazione del momento. Infatti, Marzia ruba frammenti di quotidianità o coglie dalla realtà qualche scorcio paesaggistico che le suggerisce una storia di vita, da questa intuizione parte lo schizzo del progetto di una nuova opera. La sua pittura spazia dal paesaggio alla figura umana e, molto spesso, è proprio quest'ultima ad essere inclusa in una cornice naturalistica. In molti dipinti il paesaggio agreste è costituito da ampi spazi silenti resi meno agorafobici dal caldo cromatismo. La protagonista dell'opera cardine della mostra, dal titolo “Empatia”, è una donna, immersa nei suoi pensieri, parte integrante del mare impetuoso che le fa da sfondo; le volute dei suoi riccioli seguono il vorticoso movimento del vento che rende le onde marine spumeggianti. La natura, macrocosmo di cui l'uomo ne è il riflesso, è al contempo caotica e tumultuosa, come pacifica e rassicurante. I gabbiani, che si stagliano all'orizzonte, rappresentano, con il loro volo, non solo la leggerezza, ma anche la vertigine che la libertà provoca.” VeronaSera - La redazione, 2018
“L’altro versante della vita - I segni di Marzia Sacchiero” Le vie della ricerca affidate al segno sono il più grande dono che la vita ci possa offrire. Unicamente così diventa possibile valicare il passo che ci porta verso noi stessi. Unicamente così – nel dire dell’immagine – il segno trova la propria modulazione. I segni di Marzia Sacchiero si estendono sul filo dell’orizzonte che unisce la terra al cielo. Il loro soffio vitale ci narra l’intima relazione che intreccia forme e colori della natura. I segni di Marzia Sacchiero tracciano l’immagine di un’alleanza senza tempo, determinata da un doppio canto che parla di un’emozionante relazione tra l’armonia perduta e la minaccia di un turbamento. Cose e persone, insieme, compiono un miracolo: regalano l’emozione di un incontro inatteso tra l’essere umano e gli elementi del suo habitat. Donano la grazia di una distanza abolita tra soggetto e oggetto: il giocoliere e le sue sfere colorate, lo strumentalista e la sua fisarmonica, la pittrice e le sue cornici. Bisogna che il lontano si avvicini perché gli eroi possano registrare la storia della loro anima: un tempo nuovo palpita dopo il naufragio. Accade così che i corni si liberino da tutto il peso della realtà per affidarsi a una sostanza che non ha determinazione locale, ma è trasportata da una suggestione d’infinito. Avviene che i corpi parlino con il linguaggio muto della bellezza ed è come se parlassero dall’altro versante della vita. Marzia Sacchiero lascia che le sue umane figure si chinino a misurare la terra, quasi per trattenere quell’estremo bagliore, grazie al quale potranno circoscrivere subito dopo gli spazi celesti. Marzia Sacchiero aspira a un’armonia superiore che riesca a prefigurare un nuovo rapporto tra l’essere umano, consapevole della fine, e il semplicemente vivente (l’animale che niente sa del naufragio). Tale armonia è strettamente legata all’essenza del mondo. Senza l’una si dà l’altra, e viceversa. Marzia Sacchiero ci porta sulla riva di mari primordiali; nell’infuriare del vento. Si tratta dello stesso vento che soffia dal paradiso perduto. Quel vento racconta – tra l’inquietudine umana e l’impassibilità animale – un mondo che lentamente si prepara alla nascita: la nascita di uno sguardo che si trasmette di specie in specie. Quel vento ci porta al cospetto di una natura vivente che ha cessato di essere cieca e si è affidata a segni predisposti alla culla della nascita; a segni che si costituiscono come visione di un’aurora perpetua, dove un’assoluta leggerezza consegna al nostro sguardo una luce che avvolge ogni cosa. Ci troviamo davanti a essere umani e animali che si stagliano su paesaggio splendente nel suo essere essenziale. CI troviamo davanti a minuscoli mammiferi che convivono con grandi figure animali. Ci troviamo davanti uccelli che si levano in volo e assecondano la misurazione del cielo. Qui scopriamo che niente contano i criteri del vero che finora abbiamo imparato dalle scienze. Il campo d’azione è il miracolo del presente, miracolo di cui Marzia Sacchiero è profeta. Ciò avviene dapprima con una perturbazione della distanza; e poi in un campo aperto di azioni possibili. Ci troviamo di fronte al trascorrere della sostanza comune a tutte le cose, attraverso tutti i regni: minerali, vegetali, animali e umani. In modo tale che ogni elemento, alla fine, ne è compenetrato, seppure con diverse gradazioni di densità e molteplici modalità di espansione. Ecco il “nuovo”; ecco quello che non c’era se non come traccia o cenno. E’ l’incontro con segni e colori che hanno dissodato la radura in cui l’umanità può, pur nella sofferenza, vivere. Il cuore dell’essenza è racchiuso nel misterioso rapporto – oscuro e conflittuale – tra la luce piena della danza degli elementi e la presenza irrigidita del dolore, appena svelato dalle mani che coprono il viso. Un dolore che è al centro della misurazione e s’incarna in figure che sembrano precipitate da un altro cielo. Rischiamoo di vedere in noi e intorno a noi una realtà frammentata, astratta, tanto da risultare incomprensibile. Ebbene Marzia Sacchiero riesce a tradurre questa astrazione in immagini che hanno il respiro dell’esistenza; consentendoci così di accostarci a noi stessi. Il risveglio da un sogno? Si. Ma in un modo tutto particolare. Marzia Sacchiero ci invita a intendere il risveglio dal sogno non come mero ritorno alla realtà e alle sue ingannevoli apparenze, ma come l’attesa di una trasfigurazione del mondo nella sua armonica essenzialità." Flavio Ermini
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Le opere di Marzia Sacchiero hanno avuto un ampio consenso di pubblico nell'occasione delle partecipazioni a mostre d'arte, personali e collettive in diverse città italiane. Per la sua arte l'artista riceve segnalazioni, le sue opere sono pubblicate su cataloghi d'arte. Il presidente dell'Archivio Monografico dell'Arte Italiana, Michele Maione, nello studio dell'artista Marzia Sacchiero.
2021 - Concorso “XXXVI premio Firenze” Firenze. - Mostra personale “Modulazione” Villafranca di Verona.
2020 - Collettiva “Mostra internazionale d’arte contemporanea” Museo Bellini, Firenze. - Collettiva “Mostra e premio arte internazionale” Museo Crocetti, Roma.
2019 - Mostra personale “Ri-vestizione” galleria d’arte LA Meridiana, Verona.
2018 - Mostra personale Santa Maria di Negrar (VR). - Mostra personale “Trucioli di attimi colorati” galleria d’arte La Meridiana, Verona,
2017 - Mostra personale “Punti di vista” Affi (VR).
2016 - Mostra personale “Indifferenza” Lazise (VR).
2015 - Concorso internazionale di pittura “Dario Mulitsch” Gorizia (segnalata) . - Mostra personale “Immagina…d’immaginare” Verona.
2014 - Collettiva “Terra ferita” Verona. - III° edizione premio internazionale “Biennale Arte di Asolo” (TV) (selezionata). - Mostra personale “Ombra” Verona. - Collettiva “Circolo sottoufficiali” Verona. - Arte Padova 2014.
2013 - Concorso ”Premio di Pittura Aldo Tavella” Verona. - Collettiva “Dare una mano colora la vita” Verona. - Collettiva “Artisticamente” Verona. - Collettiva “Arte a Verona per il progetto Roberto” Verona.