PRESENTAZIONE CRITICA ALL’ARTISTA SALVINO A CURA DELL’ARCHIVIO MONOGRAFICO DELL’ARTE ITALIANA
Salvino elabora una ricerca pittorica sul colore, sulle trasparenze, sulle luminosità per dar vita ad una sua realtà interiore che nasce sempre dalla visione universale della natura, di un paesaggio. La ricerca continua immergendosi verso le tonalità di un cielo in movimento che traccia la strada verso un ipotetico mondo, verso nuovi orizzonti che abbandonano la materia ricercando una dimensione quasi fluttuante. Nella sua pittura l’unica forma che possiamo definire reale è la materia cromatica che scava nella terra passando tra i passaggi della storia. L’artista esplora il mondo del passato, l’evoluzione della natura e dell’uomo che ha modificato l’ambiente e la società, ecco che Salvino ricerca costantemente il principio di individuazione scoprendo una profonda comunicazione con sé stesso.
Le opere descrivono i segreti dell’astratto e gli effetti cromatici, gli spazi di luci ed ombre simbolicamente sembrano rappresentare la struttura solida e liquida della terra, le macchie di colore rammentano la perfezione della geometria, forme astratte, morbide che si dissolvono sulla superficie generando una scomposizione autonoma che diventa descrizione di una realtà dall’estetica affascinate. Il colore e le sue sfumature trasmettono emozioni e liberano la fantasia, l’artista applica sulla tela una continua sperimentazione per creare un paradiso terrestre privo di elementi disarmonici.
La tecnica di Salvino esalta una luce rifranta in una mutevolezza di getti vibrazionali che infrange la superficie riflettente della visione, rimandando, attraverso l’occhio attento, al segreto emozionale dell’individuo che muta nel tempo. Il colore è scelta indicativa di movimento e forza interiore, la scelta del bianco e delle tinte chiare sollevano l’essere umano per condurlo in un mondo armonico dove coesistono forme d’amore universali.
Le opere rappresentano stati d’animo per poter elaborare un processo d’introspezione, la dimensione atemporale carica l’opera di concetti simbolici che arricchiscono la superficie ravvisando i segni pittorici come forte valenza estetica.
Salvino nelle sue opere ricerca l’essenza delle cose per giungere alla ricerca e alla consapevolezza dell’anima.
Archivio Monografico dell’Arte Italiana – Gennaio 2023
PRESENTAZIONE CRITICA ALL’ARTISTA SALVINO A CURA DI DINO MARANGON
Verso il cielo. Immersioni. - “… Superando ogni passivo mimetismo, Salvino invita i fruitori a una esperienza appropriata non solo delle nozioni e dati informativi, ma altresì dei mezzi, degli strumenti e delle modalità che cooperano a realizzare la ricchezza dell’immagine. È la pittura, con il suo universo di scelte, di significati e di possibilità a consentire all’opera di costituirsi come autonomo frutto di un sempre rinnovato confronto tra gli innumerevoli stimoli offerti dal reale e l’azione demiurgica della soggettività creatrice dell’artista.
Sono tali prerogative infatti, a consentire alle emozioni, alle sensazioni, ai pensieri e alle idee di concentrarsi e di sciogliersi, di ristrutturarsi, di decantarsi e di prendere forma in un sempre nuovo organismo, in sempre nuovi accordi in cui profondità e superficie, sostanza ed esteriorità si fanno comunicanti, in un processo di continua osmosi.
.... Non si deve … ritenere che la pittura di Salvino risulti appagata da riferimenti al solo mondo della natura, non meno importante, e comunque inscindibilmente connesso, è infatti per lui l’impegno culturale e civile. Profondamente colpito dalle terribili, reiterate notizie delle devastazioni di monumenti, di opere d’arte e di testimonianze storiche che purtroppo continuano a giungere da diverse parti del mondo, eccolo allora dar vita al significativo ciclo de “La bellezza violata”: dipinti caratterizzati come da misteriose scissioni e deflagrazioni di splendidi eloquenti esempi di creatività, ormai perduti per sempre.
… Nel raffinato equilibrio della composizione, nella varietà della gamma cromatica, nella fragranza della materia pittorica, oltre che per i significativi contenuti simbolici, la libera reinterpretazione di Salvino si configura, nello stesso tempo, come una esplicita dichiarazione della sua volontà e del suo desiderio di rifarsi alla grande tradizione della pittura veneta, alle sue capacità di incorporare luce, spazio e colore in sempre nuove immagini aeree, aperte, dilatate ed effusive, nelle quali poter immergere i nostri sensi e il nostro animo: tutte caratteristiche che riconfluiranno variamente nel nuovo ciclo di opere “Verso il cielo”, nelle quali Salvino, tramite uno smaliziato uso delle stesure e delle superfici cromatiche e un sempre più sottile e abile impiego delle velature e dello sfumato sembra aprirsi ad una ancor più consapevole fiducia nelle capacità comunicative del dipingere, in grado, nonostante tutto, di farci ancora intravedere sempre nuove possibili occasioni di serenità di gioia. ....
… Nelle sue opere, rifuggendo da ogni passivo mimetismo, Salvino invita … i fruitori ad un’esperienza appropriata, non solo dei dati informativi, ma dei mezzi, degli strumenti, delle modalità attraverso cui questi vengono resi capaci di produrre la ricchezza dell’immagine.
A ispirarlo, nelle sue opere più recenti, è, soprattutto, l’a lui ben noto ambiente del fiume Sile, ... è questo complesso cosmos, in continua metamorfosi, nel sempre rinnovato e mutevole contatto del pervasivo flusso vitale delle acque con la terra, l’aria, il cielo, nel caleidoscopico vibrare delle luci e dei colori, a costituire il fulcro attorno al quale verrà concentrandosi l’indagine del pittore.
E’ infatti tramite questo universo, insieme familiare e sempre sorprendente e meraviglioso, che egli viene accostandosi, con grande duttilità e perspicacia, all’evento del mondo, inteso come l’orizzonte all’interno del quale tutto ciò che accade trova la propria momentanea determinatezza, tuttavia implicante sempre nuove e talora imprevedibili potenzialità. Per cogliere tutto questo, il pittore si avvale dei fecondi apporti della percezione che rendono estremamente vive, ravvicinate, dirette le molteplici componenti del reale, contribuendo nel contempo a caratterizzare e a costituire il soggetto che le accoglie.
… E’ la cristallina limpidezza, la penetrabile fluidità, la dolce freschezza delle acque a suscitare l’esperienza del dipingere, la quale, a sua volta, attraverso il proprio universo di scelte, di significati, di possibilità, consente al pittore di non rimanere schiavo della limitatezza e della brutalità dei fatti.
Ecco allora l’opera costituirsi come autonomo frutto di un sempre rinnovato confronto tra gli innumerevoli stimoli offerti dal reale e l’azione demiurgica della soggettività creatrice del pittore, tale da consentire alle emozioni, alle sensazioni, ai pensieri e alle idee di concentrarsi e di sciogliersi, di strutturarsi, di decantarsi e di prendere forma in un sempre nuovo organismo, in sempre nuovi accordi in cui profondità e superficie, sostanza ed esteriorità si fanno comunicanti, in un processo di continua osmosi. ...
Perfettamente costituita in questo sensibile plasma la serena sostanza della propria pittura, Salvino può allora declinarlo in sempre nuove formulazioni.
Talvolta il soffuso fermentare delle luci e dei colori pare riprodurre il fecondo pullulare di una limpida risorgiva. In altri casi, l’obiettivo pare avvicinarsi fino ad entrare nell’intrico inestricabile delle forme, ma basta una più decantata scansione dei piani e delle zone cromatico-luminose, ad evocare il lento pulsare della vita, Lungo il fiume.
... La visione, tanto più si inoltra nell’animo di chi guarda, quanto più l’immagine è appena un soffio, quando la superficie sembra appena sfiorata dalla composizione, quanto più è protagonista la libera chiarezza della superficie. ...
L’universo equoreo può apparire allora come fertile sorgente di vita, come avvolgente elemento femminile, sensuale e materno, come fonte archetipa, concepita quale inafferrabile icona dell’anima, origine della vita interiore e di ogni energia spirituale.
Il sempre differente fluire del fiume, il germinante intridersi e irrorarsi delle sue sponde, il continuo mescolarsi dei suoi umori, il sempre nuovo ricomporsi delle sue correnti, delle sue pause, delle sue stagnazioni sembrano altresì corrispondere alla consapevolezza di una sempre rinnovata possibilità universale, in un continuo confondersi, trasformarsi e riemergere delle forme, o, in maniera ancora più intima e toccante, paiono rammentare l’imprevedibile scorrere dell’esistenza umana, con il suo tumultuoso o segreto succedersi di desideri, di sentimenti, di volontà e intenzioni, nel continuo variare dei loro intrecci, delle commistioni, degli accordi e degli scontri. Talora una sottile vena elegiaca sembra permeare le trepidanti pitture di Salvino, frutto forse di una insinuante nostalgia per un mondo rispettoso della natura, dei suoi ritmi, dei suoi equilibri, di tempi in cui anche le metamorfosi più profonde e radicali apparivano pacificamente ricomprese in un, alla fine, organico e armonico ciclo universale, al di là di ogni fastidioso rumore, di ogni stordente confusione. ...”
Dino Marangon