Le opere dell’artista Timi sono recensite dalla stampa e dalla critica d’arte, segnaliamo: Giancarlo Bonomo - Manuel Grosso - Eliana Mogorovich.
PRESENTAZIONE CRITICA ALL’ARTISTA TIMI A CURA DELL’ARCHIVIO MONOGRAFICO DELL’ARTE ITALIANA
L’artista Timi è padrona della luce e del colore, le sue opere giocano sulla linea di confine tra lo spazio reale e quello immaginario, le figure sono avvolte da atmosfere che rammentano la storia del passato ed invitano l’osservatore ad una riflessione sul mondo attuale. Timi raccoglie la sua bravura tecnica nella rappresentazione delle rughe sui volti che emanano fascino e bellezza, il volto appare ricco di espressioni che evidenziano la naturalezza dello sguardo dell’essere umano.
Le sue figure affrontano la tematica della vecchiaia come se fosse la chiave di lettura per conoscere l’esistenza universale, lo sguardo profondo è ricco di una dolcezza disarmante e nello stesso tempo si intravedono bellezze e dispiaceri. Passato e presente sono raccontati dall’artista attraverso la precisione della sua notevole maestria tecnica, l’artista veste i suoi personaggi facendo cura al dettaglio e sono rappresentati con la pipa, oggetto molto antico che permette alla pittrice di rimanere ancorata al passato e nello stesso tempo di vivere il presente come se fosse una storia da raccontare.
Ogni soggetto rappresentato reca all’osservatore un messaggio d’amore, i suoi personaggi regalano la visione della semplicità nel vedere la bellezza ed il vissuto dell'individuo attraverso le diverse tradizioni culturali del mondo. Timi affida al segno grafico il proprio messaggio di umanità, un messaggio che si coglie non solo dalla rappresentazione dei suoi ritratti ma anche dai titoli che sceglie per le sue opere.
L’impianto prospettico e compositivo dell’opera rilevano la geniale articolazione dello spazio che l’artista Timi crea seguendo uno schema armonico, lo sfondo dell’opera non è un’entità astratta ma è l’elemento vivo che circonda la figura e partecipa attivamente con la scena rappresentata. La grafica è sottile e tagliente allo stesso tempo, le sue opere suscitano l’illusione poetica che si crea grazie alle suggestioni cromatiche-luminose che magnificamente l’artista realizza sulla superficie pittorica.
Una tecnica che trae origine dal realismo per giungere all’iperrealismo che l’artista affronta arricchendo e animando l’opera di una profonda commozione. Le sue opere, oltre ad assumere una funzione descrittiva, si caricano di una forza poetica affascinante e potente che richiama l’attenzione del mondo artistico contemporaneo.
Archivio Monografico dell’Arte Italiana - Giugno 2023
ANTOLOGIA CRITICA
“… Al centro del suo interesse vi è la figura umana, con ritratti che sfiorano l’iperrealismo fotografico senza per questo tralasciare lo scavo dell’interiorità più profonda.”
Eliana Mogorovich
“Le opere di Timi, seppur chiaramente figurative (ritratti prevalentemente),si raccontano sottilmente, attraverso particolari e originali metafore visive. Si prenda il personalissimo ciclo delle "Donne con la pipa". Chi sono e cosa rappresentano i volti e l'oggetto raffigurati? L'ideazione di questi soggetti parte quando la nostra pittrice vede il ritratto fotografico di Lucia, una fiera donna anziana seduta che fuma la pipa, che si è dovuta arrangiare tutta la vita per i figli e per il marito tornato dalla guerra con la tubercolosi, che per non contrarre la terribile malattia, immediatamente andata dal medico il quale le ha detto "....bisogna tignir fumà!". Ha fumato vigorosamente per tutta la vita.
Colpita dalla storia tragicomica di questa donna così combattiva, Timi ha prima reinterpretato il ritratto fotografico di Lucia, poi si è dedicata a rappresentare tutte le sue donne con questo oggetto-simbolo, simbolo di forza e autodeterminazione, facendo nascere l'originale ciclo pittorico. Sono poi, i suoi, ritratti di donne realmente esistenti? Alcuni si, come quello dedicato a Mimosa Martini, giornalista corrispondente in zone "calde" del nostro pianeta o quello dedicato alla nuora. Altri sono completamente inventati e giocano a restituire non solo diverse psicologie caratteriali con sfumature di durezza o dolcezza, di tensione o serenità, ma anche diverse culture e latitudini. I colori che Timi usa per i suoi quadri sono gli acrilici e i supporti le tele ma, come emerge parlando con lei, i suoi futuri lavori pur rimanendo di impianto figurativo, si avvalleranno di nuove sperimentazioni nel campo dei materiali che avranno anche una valenza concettuale e poetica. Ciò che colpisce nel suo operare è l'equilibrio compositivo tra figura e sfondo all'interno di formati particolari, spesso rettangoli lunghi e stretti. I soggetti si stagliano su un fondo scuro quasi mai in posizione centrale e sono abilmente bilanciati dallo spazio vuoto che si crea al lato opposto della composizione.”
Manuel Grosso - “Maninarte”
"La scelta del soggetto rappresentato riveste un carattere di sicura originalità e suggestione. La pipa, oggetto simbolo del potere e della saggezza maschile, qui viene attribuito al principio femminile, in una curiosa ed insolita commistione di ruoli ed abitudini a confronto dei modelli culturali e familiari della tradizione occidentale.
I fondali neri alle spalle dei ritratti contribuiscono a creare quel pathos e, se vogliamo, quell'enigma di queste donne particolarissime e consapevoli. Sono donne appartenenti a etnie antiche ed antropologicamente lontane, dirette discendenti di società matriarcali in cui il la figura femminile costituiva il riferimento sicuro su cui poggiavano tali strutture sociali. I lineamenti marcati dei volti e gli sguardi alteri comprovano questa tesi che lascia dunque spazio ad ancestrali viaggi della mente. Volti di vita vissuta nella coscienza del proprio ruolo e nella fierezza di una raggiunta maturità umana e sociale. La tecnica esecutiva è impeccabile sia dal punto di vista della realizzazione lineare che degli effetti chiaroscurali. Una figurazione di qualità che vuol conferire un valore aggiunto dal punto di vista semiologico alla tematica ampiamente rappresentata del ritratto femminile."
Giancarlo Bonomo